di Paolo Scattoni

Non so quanti saremo questa sera all’Eden a parlare dei problemi di Chiusi. Pochi o tanti l’iniziativa lancia un messaggio importante.

Si può discutere dei problemi della nostra comunità in maniera auto organizzata. Coloro che hanno preparato questo evento (io sono fra questi) non necessariamente condividono le stesse idee e la stessa visione dei problemi. Sono invece tutti d’accordo sulla necessità di partecipare e di discutere senza che nessuno si senta ospite, bensì cittadino protagonista.

In questo giorni i partiti si stanno incontrando, ma dei contenuti di quegli incontri non si sa nulla. Hanno firmato un documento comune? Certamente dicono alcuni. Altri smentiscono. Vedremo la qualità della minestra, se accettabile o da salto della finestra.

Quello che stasera mi piacerebbe vedere è un confronto senza toni eccessivi, ma anche senza eccessiva prudenza e autocensure. Quello che mi piacerebbe vedere è una discussione che non si soffermi troppo su quello che è avvenuto negli ultimi giorni. Certa propaganda, certi articoli e certe minacce sembrano quasi lanciati apposta proprio per avvelenare il clima. Per buttarla in caciara come si dice a Roma.

Ci sono invece temi importanti che possono e debbano essere dibattuti. Un  tema che è stato molto dibattuto anche su questo blog e che sicuramente verrà sollevato è quello dell’urbanistica e del Piano strutturale.

Mi piacerebbe però che fossero trattati anche altri temi. Su Chiusinews è stato fornito un dato che dovrebbe farci riflettere. Per realizzare soltanto un parte dello stadio di Pania la nostra comunità si è indebitata di 190.000 euro all’anno per vent’anni. E quante risorse saranno necessarie per costruire l’altra metà? E quando?

Insomma questioni che sino ad ora non sono state mai discusse, tenute troppo in ombra, e che invece dovremmo considerare con grande attenzione.

Mi auguro che cominci per Chiusi un metodo nuovo di partecipazione.