La situazione nel Partito democratico sembra precipitare. Questa notte riunioni separate tra “rinnovatori” e “conservatori”, con i primi riuniti a Chiusi città e gli altri allo scalo. Mentre il segretario Giglioni faceva la spola tra i due gruppi. Ai rinnovatori Giglioni ha proposto un incontro pacificatore con Stefano Scaramelli che è stato decisamente respinto al mittente, perchè l’assessore è, tutt’ora, semplicemente un iscritto al partito e non certo il candidato a sindaco. 

A notte fonda il gruppo vicino a Ceccobao, riunito nella sede Pd dello scalo, ha votato in perfetta solitudine una mozione con cui si vuole impegnare il Pd a procedere con le primarie. Primarie che però non si capisce ancora se di coalizione (che non c’è) o di partito. Il valore di tale atto unilaterale è ovviamente contestato dai “rinnovatori”, e la confusine cresce ulteriormente.

Il segretario Giglioni chiamato a rispondere di questa nuova forzatura ha dato per già esecutive le sue dimissioni. Il caos è totale, le voci si rincorrono e quel che filtra all’esterno pur con tutte le cautele del caso da l’idea di un partito allo sbando.

In vista dell’assemblea del 18 alla saletta del teatro insomma gli scenari stanno cambiando di ora in ora e aspettarsi una voce chiara dal partito di maggioranza sembra ormai una pia illusione.

Se davvero ci fosse anche da sostituire il segretario parlare di percorsi, programmi e candidati per il Pd sarebbe, con i tempi ormai ridotti all’osso, davvero una corsa ad ostacoli. E la fretta si sa non è mai buona consigliera, ma la dabbenaggine e l’ostinazione con cui si sono portate avanti le situazioni fino ad oggi solo questo caos poteva produrre.

Siamo ormai al si salvi chi può. Povera Chiusi.