di Paolo Scattoni

C’è sicuramente un aspetto positivo in questa non edificante vicenda: si può costruire un caso di studio sulla crisi della politica anche a livello locale.

Oggi ci si vuol far credere che l’accordo fra due “fazioni” all’interno del PD sia il frutto di un dibattito e della partecipazione della base del partito.

Sono tesserato del PD da sempre (da tre anni), può darsi che mi sia distratto, ma tutto questo dibattito non capisco dove e quando si sia tenuto.

Ho già avuto modo di scrivere che negli ultimi decenni la struttura dei partiti è profondamente mutata. Quasi la metà degli elettori di Chiusi era un tempo iscritta a un partito (più di 2000 soltanto nel PCI). Si consolidavano delle “dirigenze” che alla fine decidevano gli assetti delle rappresentanze negli organi elettivi.

Oggi gli iscritti di tutti i partiti si aggirano intorno ai 400, ma i meccanismi di una volta non sembrano proprio cambiati. Da iscritto del PD ho seguito tutta la vicenda nella stampa e su questo blog. Nessuno mi ha mai interpellato sulle ultime e decisive vicende. Ho chiesto al mio segretario di circolo che però non mi ha saputo dire nulla. Il segretario dell’unione non c’è più. Insomma non c’è proprio stato il modo di capire.

Io sono rimasto al 18 dicembre quando in un’assemblea di circolo condotta come ho già avuto modo di scrivere si è parlato molto poco di programma ma soprattutto di designazioni per la candidatura a sindaco, una delle quali si dice essere stata preparata da mesi.

Allora oggi in 50 hanno deciso il programma che porteranno al cosiddetto “tavolo” di trattativa con i partiti della cosiddetta coalizione in perfetta solitudine. Si dice invece che abbiano concordato i “posti”.

 Mi viene in mente quel bel film di Nanni Moretti intitolato “Il portaborse” quando in un’infuocata riunione un dirigente del partito (che assomigliava molto al PSI di allora) sbottava “Ammesso che due  vicepresidenze valgano un a presidenza…..”. Allora chissà se qualcuno si è domandato se “due assessorati valgono un sindaco….”. Questa vicenda si conclude male.

Per uno come me rimane soltanto la soddisfazione assai misera di studiare questa significativa vicenda. E magari la possibilità di intervenire in un’assemblea degli iscritti che a giochi fatti qualcuno avrà la magnanimità di convocare per far prendere atto di quanto deciso e poi negoziato con la coalizione.