Continua l’attenzione del blog al treno, con un’intervista al massimo esperto di trasporto ferroviario in Toscana, il professor Stefano Maggi. Figlio di ferroviere, ex ferroviere esso stesso, inventore ed animatore del “Treno natura”, insegna Storia delle comunicazioni nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Siena. Autore di numerose pubblicazioni, i suoi ultimi due lavori, editi da Il Mulino, sono: Le Ferrovie, e Storia dei trasporti in Italia.

 

Chiusinews: Come considera l’attuale situazione ferroviaria in Toscana?
Stefano Maggi: Negli ultimi anni la Regione Toscana ha investito molto sul trasporto ferroviario: un servizio frequente come il nostro è raro in Italia, salvo intorno alle grandi città e in alcune direttrici forti, in particolare in Lombardia. Non si parte da zero, visti gli investimenti nel potenziamento dei treni e anche di alcune infrastrutture ferroviarie, ma tutto sembra concentrato attorno a Firenze con qualche accenno a Pisa. Allontanandosi dal capoluogo e dalle aree più urbanizzate, la situazione non è così rosea. La Maremma, ad esempio, ha un servizio molto rarefatto e altre direttrici sono inefficienti come la Siena-Chiusi.

Chiusinews: L’impatto che sta avendo l’alta velocità sul trasporto regionale è destinato a creare nuove difficoltà, come conciliare le due realtà?
Stefano Maggi: L’alta velocità sta producendo una vera e propria rivoluzione dei trasporti: chiunque viaggi oggi da Firenze a Bologna in 37 minuti si rende conto di cosa significa. Non si devono però dimenticare gli altri collegamenti: l’alta velocità va completata con una rete complessiva più efficace, altrimenti sarà come un fiume senza affluenti. La costruzione delle ferrovie ad alta velocità ha assorbito finora gran parte delle risorse, la scommessa per il prossimo decennio sta sul miglioramento delle infrastrutture tradizionali, che devono essere potenziate e velocizzate, smettendo di investire soltanto sulle strade. Intanto, nei collegamenti ad alta velocità non vanno dimenticate le stazioni intermedie, nel nostro caso Chiusi e Arezzo, che devono essere inserite a pieno titolo nel sistema, perché invece di migliorare i tempi di percorrenza hanno per ora subito un peggioramento. Nelle località intermedie, non si potrà avere un servizio intenso come da Firenze a Roma, ma un treno veloce e affidabile ogni ora è necessario. 

Chiusinews: L’alta velocità regionale di cui parla il nuovo assessore Ceccobao dove e come sarà possibile?
Stefano Maggi: I servizi regionali veloci rappresentano una novità molto interessante nella politica dei trasporti, finora mai percorsa, visto che il Memorario ha portato, con l’incremento dei servizi, anche un generale aumento dei tempi di percorrenza. Nonostante l’aumento dei treni, le località più distanti hanno sofferto, visto che i convogli fanno numerose fermate intermedie e hanno tempi di percorrenza molto allungati per garantire la regolarità. Nel sistema attuale non sarà facile inserire servizi veloci, perché le loro tracce orario entrano in conflitto con quelle dei treni più lenti, ma occorre provarci anche iniziando con pochi collegamenti per il bisogno di dare un vero segnale di svolta. Se tra Milano e Roma si va più veloci, perché tra Firenze e Chiusi si deve andare più lenti?

Chiusinews: Le disponibilità economiche della Regione sono destinate a diminuire, ne soffriranno anche i treni? Si  razionalizzerà (taglierà) ancora?
Stefano Maggi: Purtroppo il taglio dei finanziamenti si ripercuoterà anche sui treni e sui bus, rischiando di farci fare marcia indietro nel trasporto pubblico. Sarà necessario razionalizzare, tagliando però dove i servizi sono fin troppi, senza un taglio percentuale generalizzato, che isolerebbe del tutto vasti territori. Per il futuro è anche necessario pensare a servizi adattati ai territori, introducendo una gestione dei treni locali più flessibile ed efficace. Quello che ha fatto in Umbria la Ferrovia Centrale Umbra è da guardare con attenzione, i suoi treni costano alla collettività meno di quelli di Trenitalia. E soprattutto si deve cominciare a investire risorse per favorire l’uso del mezzo pubblico, che va incentivato economicamente con una completa riforma delle tariffe. Oggi non è conveniente viaggiare in treno rispetto all’auto, se si viaggia anche soltanto in due. Prendere il treno o il pullman per una famiglia risulta addirittura proibitivo, è ovvio che tutti usino la macchina.

Chiuisnews: Lo scalo merci di Chiusi ha un futuro?
Stefano Maggi: Nel contesto attuale il treno merci ha scarso successo: si concentra soltanto in alcune nicchie di trasporto e su volumi altissimi di produzione: va bene per la Fiat, ma non per le piccole imprese. Cosa succederà in futuro è difficile a dirsi: dipende dalle politiche dei trasporti, se si sussidiano i camion invece dei treni, le merci continueranno ad andare su strada, non c’è speranza di cambiamento.