di Carlo Sacco

Un clima febbrile, quasi da fucina si va instaurando nella sede della Primavera di Chiusi in Via Leonardo da Vinci. In certi casi i più anziani rivivono un clima che non ‘’sentivano’’ da anni, nella divisione dei compiti, nella proposizione delle iniziative. Ci sono segni buoni e comunque vada la vicissitudine elettorale la presenza dei giovani è assicurata ed è in aumento. Sono giovani di pasta diversa, molto meno spontaneistici di quelli che eravamo noi, più riflessivi, parlano solo quando sanno e capiscono al volo ciò che deve essere il percorso ed il fine del loro lavoro. In pratica è quasi un piacere vederli lavorare e prospettare. Il lavoro creativo è il loro “lato forte’’ e quindi con slancio sorgono indicazioni su quali immagini  promuovere, stampare, correggere strada facendo. C’era bisogno di assaporare questo “clima’’ e vorremmo che altri se ne aggiungessero poiché il diritto di cittadinanza dentro una lista come questa che punta al riscatto da un lungo e buio periodo di conformismo e di insabbiamento assolutista della politica deve poter segnare la diversità.

C’è quasi la riscoperta del lavoro collettivo, organizzato, e ciò che dà più piacere è la relazione umana che si instaura e che pone al centro l’importanza e la finalità. Forse un clima che i giovani stessi non hanno mai “odorato’’ se non solo al riguardo della creatività e della storia delle contrade o dei terzieri.

Tutto questo è però storia diversa, un segno della partecipazione per far assurgere Chiusi al ruolo che gli compete. Si tratta del loro futuro e lo sanno benissimo. Una riflessione doverosa su questo atterrebbe anche a questi  partiti che sempre di meno rappresentano le esigenze delle persone, ma i segnali sono stati di opposta tendenza e spesso si respira anche un clima pesante fatto di scontri verbali , battute sarcastiche che la dicono lunga sul clima che vige all’interno dell’establishment.

La paura serpeggia ma è la paura di perdere un potere fin’ora usato per la riproposizione di un interesse pubblico ridotto ormai all’osso e raggiunto mettendo in campo risorse di grande consistenza e spese spesso sull’altare della vacuità (Stadio, Pensilina , ma anche altro.. ) mentre attraverso  parole vuote (vedi le interviste nelle reti televisive) si ha l’indifferenza di coprire un comportamento partitico che decide non consultando la gente. Autoreferenzialità quindi messa in atto neanche tanto malcelatamente contando su situazioni e condizioni per le quali la gente che è rimasta distante e non coinvolta non sa cosa esprimere. E’ l’illusione ed una vendita di fumo che speriamo debba finire. In pratica è in atto e continua l’involuzione della politica ed ancora si insiste. Facciamola finire.