di Anna Duchini

Un filmato toccante sulle sofferenze dei migranti dalle regioni più povere del sud Italia a Roma, negli anni ’60-’70, nelle baracche dell’acquedotto Felice. Condizioni dure in cui la ferita più bruciante è quella del giudizio della gente, ci ha raccontato don Roberto Sardelli, il prete che ha vissuto con i baraccati partecipando alle loro lotte per i diritti e dirigendo la scuola 725 (dal numero della baracca) come spazio del riscatto dei ragazzi che portò alla redazione di una lettera aperta al sindaco “per non tacere”.

La manifestazione dell’associazione culturale La Goccia non si è limitata però alla rievocazione di una esperienza straordinaria, il dibattito infatti si è sviluppato sulla situazione attuale. Una situazione che per gli ultimi è molto peggiorata, sia nelle condizioni materiali (oggi il livello di produttività richiede appena il 20% della forza lavoro disponibile, i giovani sono obbligati a riprendersi in mano il loro destino con tutta la “superbia” di cui sono capaci), sia per il collasso culturale che ha colpito tutti (chiesa, politica, economia).

Il campo partitico, ha sottolineato don Sardelli, si sta decomponendo, il sistema che ha retto fino a poco tempo fa non funziona più, per parlare di ambiente bisogna andare in qualche comitato per il verde, dentro i partiti si discute solo di nomine e poltrone. Certo, c’è il problema della rappresentanza ma va ripensato partendo dai contenuti.

Lo spazio comune “l’agorà”, che regola i passaggi tra privato e pubblico è oggi occupato da internet, dalla tv e da avventurieri. E’ il popolo che deve invece riappropriarsi di questo spazio dove i problemi vengono affrontati e risolti in un clima di ricerca e di dialogo. Non ci sono alternative ha ammonito don Sardelli, male che vada saremo tutti più ricchi di consapevolezza, altrimenti non ci resta che fare la parte dei “contenti e mazziati”.

E’ questo inoltre lo spazio, che nel nostro tempo, dovremo occupare per incontrarci con i nuovi migranti della globalizzazione senza impantanarci in richieste di integrazione, assimilazione o false rimozioni della diversità. Solo così argineremo l’intolleranza verso gli altri che poi finirà per colpire anche noi stessi.

Per approfondire e riflettere sui temi del dibattito di ieri si può visitare il sito http://www.nontacere.eu/  in cui sono raccolti i documenti sui quali sta lavorando il gruppo di don Roberto Sardelli per un nuovo percorso della politica.