di Francesco Storelli

Qualche anno fa ebbi la ventura di assistere ad una “rassegna rock” per gruppi emergenti. Si esibivano sul palco rockers giovanissimi locali. Mi colpì particolarmente un brano di un gruppo in cui un cantante borchiatissimo e con sguardo truce cantava una sua composizione in cui, con una musica da hard rock si diceva in buona sostanza che a lui andava tutto bene e che nel suo paese non voleva cambiare nulla.

Ovviamente la cosa mi sembrò assai comica: mai avevo visto un giovane rocker non inneggiare al cambiamento e alla ribellione, e questa nuova corrente di “hard rock conformista” mi divertiva assai. Poi, pensandoci a freddo, colsi quanto preoccupante fosse questo fenomeno. Una società nella quale i giovani non vogliono cambiare più nulla, che accettano così com’è il prodotto da consumare, è privata del motore di crescita. Se i giovani non vogliono cambiare nulla, non vogliono mettere in discussione nulla allora saremo condannati alla stagnazione per almeno una generazione.

Questo mi torna in mente adesso in quanto metafora della attuale situazione. Alcune liste elettorali del luogo propongono un elenco di giovani, candidato sindaco in testa,  che però non vogliono cambiare nulla, che sono la diretta continuità con l’esperienza precedente, che a sentir loro è giustissima e non presenta nulla da correggere. Quello fatto fin’ora va benissimo, avanti così, senza mai disturbare il manovratore!

Tutto ciò mi fa paura!

A proposito di Rokers conformisti, c’è un altro aneddoto: Negli anni ’80 andando da Chiusi a Montallese, sul ponte della ferrovia, si leggeva una scritta a caratteri cubitali, fatta con le bombolette spray: “Montallese, republic of Rock”. Quella scritta poi si è andata cancellando con il tempo, ed il tempo è trascorso anche su quei miei amici e coetanei rocchettari che inneggiavano a Montallese republic of rock, dilavando anche un po’ di anima rock. Non si è mai saputo chi avesse fatto quella scritta, ma a noi ragazzi piaceva tanto. Mi fa tenerezza pensare che gli stessi che avrebbero potuto fare quelle scritte ora descrivono Montallese come una piccola Svizzera, si sa, il tempo passa per tutti.

Così ho imparato a diffidare degli effetti speciali e degli “Hard rokers conformisti”, così come di quelli che sembrano sempre andare a una festa, anche quando sono nella m… fino al collo.

Fortunatamente in queste settimane ho avuto anche modo di vedere all’opera giovani che il mondo lo vogliono cambiare davvero e sono convinto che, con la competenza e la dedizione che hanno, ci riusciranno pure. Giovani che, a differenza di quello che eravamo noi , urlano meno, ma sono più efficaci. Forse sono meno rockers, ma cambieranno il mondo.

Preferisco di gran lunga dei  sobri compagni che sanno lavorare sodo e preferiscono il fare al mostrarsi. Non a caso, se mi chiedessero chi è il politico che più di tutti incarna questo concetto risponderei di getto: Enrico Berlinguer”. Grazie ragazzi della Primavera! Indipendentemente da come la pensiate, che siate compagni o no, credo che Berlinguer sarebbe stato fiero di voi! Come potrei non esserlo io.