di Giovanni Fiorani

Il primo settembre si attendeva una giornata di guerriglia su tutto il territorio provinciale. 

All’alba di ieri è infatti iniziata la stagione della caccia con le consuete giornate di pre-apertura dell’uno e del cinque settembre, da appostamento fisso o temporaneo. Male per quei colombacci e quelle tortore che avevano in mente di continuare ad abbuffarsi del girasole ormai maturo prima di migrare a Sud, bene per i tanti cacciatori dell’ ATC 19 (che assieme a Chiusi comprende i comuni della Val di Chiana e della Val d’Orcia) che aspettavano impazienti dal febbraio scorso. E benissimo per l’erario che incassa fior di quattrini per il rilascio delle licenze, suddivisi tra governo (170 € e rotti), regione (53 – 67 € a seconda del tipo di fucile) e ATC. Quest’ultimo, l’ambito territoriale di caccia, è stato istituito nel 1992 ed ha la funzione di gestire la fauna presente sul territorio, a spese dei cacciatori ovviamente. Sarà per questo che oggi la stagione si è aperta in tono leggermente minore; probabilmente più a causa della crisi che della propaganda ambientalista parecchi cacciatori hanno lasciato il fucile nell’armadio.

Se tutte le parti in causa sono scontente, dai cacciatori agli ambientalisti, per non parlare degli agricoltori che tra il 1996 e il 2007 hanno subito danni per oltre un milione di euro a causa della fauna selvatica nel solo ATC 19, appare del tutto chiaro che ci sia qualcosa da correggere in questo sistema di gestione del territorio.