di Luciano Fiorani

Frugality, ridare valore al cibo e salvaguardare e valorizzare il paesaggio agrario. Su questi tre concetti ha ruotato l’intervento della parlamentare del Pd, Susanna Cenni, che ha chiuso l’incontro su Agricoltura in Valdichiana. Il convegno che si è tenuto nella sala conferenze del complesso di san Francesco ha fornito spunti contraddittori sullo stato dell’agricoltura delle nostre zone. Le indicazioni fornite dalla Cenni meritano però di essere riprese, perchè vanno al di la di aspetti particolari del settore agricolo. Frugality è la nuova tendenza che viene dagli Stati Uniti in crisi e con cui dovremo sicuramente fare i conti. Certo, il concetto richiama alla mente la poco fortunata indicazione degli anni settanta di Enrico Berlinguer: austerità. Un concetto mai piaciuto agli italiani ma che forse ora, con la profonda crisi che ha scosso il mondo, bisognerà cominciare a prendere in maggiore considerazione. Volenti o nolenti.

Il riflesso sulla produzione agricola, già in seria difficoltà, non lascia presagire però niente di buono. E allora una via d’uscita potrebbe essere il tornare a dare valore al cibo, ha sostenuto la parlamentare del Pd. Ma anche su questo versante veniamo da decenni di consumi eccessivi senza badare troppo alla qualità di ciò che si mangia. Trovare un prosciutto buono, anche da queste parti, non è più così scontato come una volta, e anche il gusto delle nuove generazioni si è ormai assuefatto ai prodotti dei supermercati. Infine il pesaggio, ultima risorsa a cui aggrapparsi, bisognerà che d’ora in avanti venga messo in “produzione” ma senza ulteriori sfregi. Ma anche qui veniamo da un lungo periodo in cui si sono prodotti danni notevoli a questa risorsa.

Si è avuta l’imprssione che le indicazioni fossero ragionevoli ma che presuppongano un’iversione di tendenza in tanti campi, dai consumi alla produzione fino alla cura del territorio. Insomma per agricoltori e consumatori si profila un cambiamento epocale ma nulla ancora indica nei fatti la volontà di misurarsi con questa nuova realtà. Filiera corta, chilometri zero e produzioni biologiche sono purtroppo ancora poco più che delle semplici parole d’ordine per cittadini stravaganti.

Dato significativo è che al convegno non fossero presenti quei produttori agricoli che negli ultimi anni si sono saputi affermare con i loro prodotti anche sui mercati internazionali. Ma la qualità con chi si pensa di raggiungerla, con i produttori del vino delle sagre?