di Paolo Miccichè

Il ragionamento che va facendo Lorenzoni (http://www.chiusinews.it/?p=2165)
non fa una piega. Però, immagino, concorderà che l’obbiettivo di fondo è quello di rimettere in moto il “sistema Chiusi” e quindi è da ricercare la strategia più appropriata per ottenere questo fine.
La politica è un “ponte” tra il reale e quello che – realisticamente – il reale può diventare; non quello che dovrebbe diventare, che è altra cosa; l’utopia alla fine scalda solo i cuori dei suoi propugnatori.
A Chiusi c’è il PD, un partito che a livello nazionale per ora è impegnato a perdere elettori nei modi più fantasiosi; a livello locale è però forza consistente e sono sicuro non tutta composta da cinici politicanti; permalosi semmai, ma molti di loro forse ancora riattivabili ad una giusta causa.
Poi basta prendere delle precauzioni. Da “libero pensatore” ipotizzo quindi come novità la vecchia formula di coalizione, dove i partiti nella loro autonomia presentano programmi distinti e poi si alleano per il governo della città.
Se entrano in giunta, ne possono sempre uscire qualora si venisse meno al patto di coalizione; se non vengono accettati dal partito maggiore, ne prendono atto e faranno l’opposizione (anche questo ruolo fondamentale manca a Chiusi e sarebbe invece di grandissima utilità, soprattutto se fosse una opposizione da sinistra).
Francamente non vedo attuabile, se non per passaggi temporali successivi, una grande riscossa popolare che stravolga il quadro politico. Manca il partito che la coordini, mancano i leader che la trainino e, al momento, forse manca anche il popolo