di Paolo Scattoni.

Scusate se parliamo di noi. Il gruppo di supporto a questo sito su facebook (chiusinews) è cresciuto sino a raggiungere poco meno di trecento unità. La proposta di creare una sorta di diario cittadino basato su un gionalismo non professionista e popolare desta, come minimo, curiosità.
Quello che manca è un po’ di partecipazione. Siamo all’inzio ed è comprensibile. Vorrei fare però un piccolo ragionamento sulle potenzialità. Ammettiamo che dei trecento partecipanti a questo gruppo una metà non si senta di collaborare con continuità. A loro va comunque un ringraziamento per l’interesse dimostrato, li inviatiamo comunque ad entrare su chiusinews.it regolarmente perché diventi uno strumento di informazione abituale e se poi commentano gli articoli e partecipano al dibattito saranno sempre i benvenuti.
Dei rimanenti 150 possiamo ipotizzare che un centinaio possano inviare in media un articolo ogni tre mesi su argomenti interessanti: iniziative della loro scuola se sono studenti, di organizzazioni professionali o sindacali se sono lavoratori, di associazioni o organizzazioni di volontariato e così via. Sono anche gradite segnalazioni di piccoli ma non necessariamente secondari problemi per la qualità della vita locale.
Un impegno davvero lieve anche perché chiusinews.it preferisce interventi sintetici che possano essere letti al video senza troppi problemi. Diciamo che complessivamente si tratta di una o due paginette di testo all’anno.
Se dei rimanenti cinquanta ce ne fosse una quarantina che ci offrissero un articolo al mese (e non è cosa pesante) si arriverebbe a una produzione complessiva di tutto rispetto. Un vero giornale on line.

Infine e questo è il problema forse più difficile è quello di un nucleo redazionale di una decina di persone (per ora siamo in due) che pensano di poter contribuire con una certa regolarità.
Se riuscissimo a costruire un’organizzazione di questo tipo avremmo un grande strumento per ricostiture un tessuto civico che negli ultimi anni a Chiusi è andato attenuandosi.  Un arena aperta a tutti i punti di vista e opinioni è alla base di una sana convivenza civile a livello locale.
Forse un piccolo impegno può dunque valere la pena.