di Luciano Fiorani.

Ovviamente tutto è relativo, e non me la sentirei di sostenere che a Chiusi il verde non c’è. Però lo spazio per fare di più e meglio c’è eccome.  Tanto per dire, non c’è un parcheggio che non sia allo scoppio del sole. La legge che obbliga a piantare un albero per ogni bambino nato è bellamente disattesa. Dal famigerato taglio dei pini allo scalo si è proceduto ad una piantumazione senza un criterio preciso e con alberi inadeguati ed oggi oscenamente “abbirillati”.

Un piano fatto da un professionista serio non potrebbe che giovare all’immagine ed alla vivibilità del paese. In questi tempi grami, un paese più accogliente avrebbe anche riflessi economici positivi per l’asfittico commercio locale. Naturalmente nessuno pensa ad interventi faraonici, ma quei “fuscellini” che vengono piantati negli ultimi tempi hanno un costo pressochè irrisorio; si parla di qualche decina di euro. Allora la messa a dimora di un centinaio di piante ogni anno non sembra una spesa folle. C’è da fare delle scelte, la pensilona è costata l’equivalente di circa 25.000 alberelli (una piccola foresta). Ovviamente ci sono luoghi che necessiterebbero di alberi di primaria grandezza dal costo più oneroso ma non si chiede il tutto e subito, basta iniziare. Ecco un altro argomento che nella prossima campagna elettorale meriterebbe una certa attenzione.