di Giorgio Cioncoloni.

Condivido in gran parte quella che è la descrizione ideale degli amministratori che vorremmo, e allo stesso tempo l’elenco di quello che ci è mancato fino ad oggi, fatta da Marco Lorenzoni nel suo articolo. Anche perché ne abbiamo parlato ogni volta che ci siamo trovati a qualche manifestazione, culturale, sportiva o sociale che fosse, e alla quale la prima cosa che saltava agli occhi era l’assenza di un rappresentante dell’amministrazione comunale; non solo del sindaco, che chiaramente non può essere presente a tutto, ma nemmeno di un assessore o di un consigliere comunale. E questa è la cosa che più è mancata in questi anni perché chi opera nel paese lo fa anche nell’interesse del paese stesso e quindi ha bisogno di sentire la solidarietà ed il supporto morale della principale istituzione pubblica che vale più di un aiuto economico, specialmente nei casi in cui questo deve venire meno per motivi di ristrettezze congiunturali. 

Io non credo che si debba andare a Petroio per farci fabbricare persone come quelle descritte nell’articolo di Marco Lorenzoni perché se così fosse vorrebbe dire che siamo al completo fallimento sociale di questo paese. Mi rendo conto però che non è nemmeno facile perché prima di tutto bisognerebbe convincere i partiti ad uscire dalla logica della ricerca in ambito ristretto, per ampliare l’indagine all’intero elettorato di centro sinistra, lasciando da parte le superbie di parte e dimostrando una saggezza politica ed un senso di responsabilità che sinceramente mancano da qualche decennio. E anche se questo avvenisse bisognerebbe fare i conti con la disabitudine dei cittadini a farsi carico dei problemi pubblici per cui non è più facile trovare persone disponibili a dedicare il proprio tempo ai bisogni degli altri. Tanti anni passati a coltivare la logica arboriana del “meno siamo, meglio stiamo“, già ricordata da Paolo Scattoni, hanno sicuramente lasciato il segno.

Bisogna allora che tutti coloro che sono stufi di questa situazione abbiano il coraggio di portare in piazza il loro malcontento e si rendano disponibili a lavorare per cercare prima, e per proporre poi, delle alternative credibili che si contrappongano a quelle che finora circolano, più o meno indiscretamente, perché, alla faccia della teoria ufficiale che prima vengono i programmi e poi le candidature, c’è già chi va in giro a cercare i voti. Il tutto per far sì che sia un leale e trasparente scontro democratico a decretare la vittoria finale.