Questo mese segnaliamo l’ultimo libro di uno dei maggiori sociologi contemporanei, Zygmunt Bauman, noto per l’invenzione e l’elaborazione del concetto di “modernità liquida”. Lo spettro dei barbari. Adesso e allora (Bevivino editore) ripercorre e descrive, in un ampio percorso storico, che va dall’origine greca fino a Guantanamo e ai videogiochi, la figura ed il concetto di barbaro.

I popoli chiamati barbari, non erano necessariamente peggiori, inferiori o meno umani di coloro che li definivano così. Erano semplicemente diversi. Gli antichi greci usavano il termine barbaro per descrivere l’insieme dei popoli vicini o lontani che non parlavano la lingua greca. Nel ’700, il barbaro, diventa l’inferiore da educare e, successivamente il nemico che giustifica il ricorso a ogni tipo di violenza. La figura del barbaro ha finito col diventare una struttura dell’immaginario che ha codificato la paura dell’altro. Nel breve saggio (meno di cento pagine), Bauman non manca di richiamare l’attenzione sul fatto che il concetto di barbaro ci si sta ritorcendo contro, e affrontando i temi cruciali della post modernità (globalizzazione, immigrazione, guerre, regole internazionali) ci invita a riflettere ancora una volta sul passagio epocale dell’individuo, da cittadino a consumatore.

Zygmunt Bauman, nato a Poznan nel 1925, filosofo e sociologo di origini ebraico-polacche, inizialmente vicino alla dottrina marxista ufficiale, si avvicinò in seguito a Gramsci e Simmel. Fu costretto a lasciare la Polonia nel ’68, in seguito ad una epurazione antisemita insieme a tanti intellettuali che avevano perso la grazia del governo comunista. Ha insegnato all’università di Tel Aviv e successivamente ha accettato la cattedra di sociologia in quella di Leeds. Dopo aver focalizzato a lungo le sue ricerche sulla stratificazione sociale e sul movimento dei lavoratori è passato ad analizzare ambiti più generali, come la modernità. Le sue più recenti pubblicazioni si sono concentrate sul passaggio dalla modernità alla post-modernità e le relative questioni etiche. Tra le sue numerose opere, tradotte in tutto il mondo, si segnalano: Vite di scarto, Vita liquida, Consumo dunque sono, Capitalismo parassitario e,ovviamente, Lo spettro dei barbari.