di Luciano Fiorani

Forse c’è la disabitudine a discutere pubblicamente di certi affari ma certo, l’impressione che siamo diventati un paese “normalizzato” è forte. Normalizzato nel più vieto e individualistico  conformismo. Quello che impone di farsi gli affari propri, di non disturbare il manovratore, di disprezzare gli immigrati, e di guardare con sospetto chi vorrebbe provare a cambiare il corso delle cose, perchè è scontato che non si fa niente per niente. Naturalmente, in una raffigurazione di questo tipo, nessuno è disposto a riconoscersi, però…

I fatti, come si sa, hanno la testa dura e ultimamente abbiamo assistito ad un paio di situazioni che ci hanno brutalmente riportati alla squallida realtà. E mi riferisco naturalmente al pasticciaccio del comunicato del Pd e alla divulgazione da parte di Sel dei dati relativi ai metri cubi edificabili secondo il nuovo Piano strutturale.

Sono passati quasi dieci giorni dal primo episodio e nessuno sa con certezza se quel comunicato “addomesticato” è stato veramente confezionato su disposizione del massimo esponente locale del Pd o se, come  sostiene un esponente della segreteria dello stesso partito, si tratta di una autonoma iniziativa dell’estensore; magari ispirato “dall’alto”, ma non dai vertici del Pd locale. Comprensibile l’imbarazzo,  molto meno l’assoluto silenzio del partitone.  Ma non ho visto, salvo le solite lodevoli eccezioni, levarsi nessuno sdegno per l’accaduto, nè dalla società civile, nè dalla politica chiusina, nè tantomeno dalle numerosissime associazioni dai più svariati interessi. Una prola di verità doveva essere pretesa, invece…

Sono “appena” cinque i giorni trascorsi dalla pubblicazione dei numeri che quantificano l’edificabile secondo il nuovo Piano strutturale: 1.800.000 nuovi metri cubi, un vera e propria colata di cemento sul territorio comunale. Paolo Scattoni ci ha detto quello che possiamo aspettarci: previa contrattazione, si scenderà da quella cifra incredibile fino ad una più modesta, che rimane esagerata, ritenuta comunque ottimale da lor signori. Al solito silenzio del Pd e dei suoi amministratori si è aggiunto anche stavolta quello di tutta la comunità locale. A quanto mi risulta, solo in tre hanno detto chiaramente e pubblicamente cosa pensano di quei numeri. Non credo si possa dire che siamo di fronte ad una notizia insignificante, perchè l’impatto che decisioni del genere avranno sulla città e sulla vita di tutti noi lo capisce anche un bambino. Eppure il paese sembra non aver nulla da dire. Si teme forse di dover pagar caro una valutazione, un giudizio o una presa di posizione? Però, attenti, mentre nessuno parla, in luoghi tutt’altro che istituzionali, prosegue il frenetico viavai di chi conta e di chi vorrebbe tornare a contare.  E così, mentre i soliti  instancabili maneggioni continuano la loro opera nefasta il resto del paese tace, sembra immobile, come se stesse aspettando Godot.

Il tempo della riflessione, se così vogliamo chiamare questo immobilismo, è finito. E’ ora che le persone responsabili escano allo scoperto e dicano chiaramente alla città che Godot non arriverà mai e che c’è da muoversi per  intraprendere un  diverso cammino. Se questo non accadrà subito, possiamo già prepararci al peggio.