di Luciano Fiorani

Beppe Grillo, in un suo spettacolo di qualche anno fa, prendeva in giro le amministrazioni di tanti comuni italiani (soprattutto medi e piccoli) che stavano disseminando i loro territori di “rotonde”. Troppi sindaci di campagna si illudono, diceva il comico genovese, di aver trovato la panacea per il traffico, mentre chi le ha inventate (i francesi) ha smesso da un pezzo di modificare il paesaggio con quei cerchi insulsi ed inutili. Naturalmente Grillo esagerava, ma cercava di richiamare l’attenzione su un nuovo fenomeno che non mancava, in tanti casi, di presentarsi più col profilo del grottesco che con quello dell’utilità.

Da un po’ di giorni è stata aperta al traffico la “seconda” rotonda di Po’ bandino e, il minimo che si possa dire, è che sembra fatta apposta per scatenare l’arguzia o accrescere il fastidio ed il nervosismo degli automobilisti più che per facilitarne il percorso.

Va ricordato che in molti avevano avuto perplessità sul funzionamento e sulla convenienza dell’opera non appena era stata disegnata sul terreno, ma si sbagliavano di grosso, perchè neppure gli ipercritici avevano immaginato il casino che avrebbe creato.

Non appena entrata in funzione si è capito subito che qualcosa non andava, e allora si è corsi ai ripari disseminando l’area di svariati cartelli stradali e chiudendo di fatto la “prima” rotonda. Ora siamo al punto che quel tratto di strada che va dalla fine del cavalcaferrovia all’area dove sorgerà il nuovo centro commerciale sembra una gimkana inutile e pericolosa. Difficile capire come funzionerà il tutto una volta terminata la bretella che aggirerà la piccola frazione pievese e destinata a convogliare nella “seconda” rotonda tutto il traffico pesante diretto al casello di Fabro.

Insomma è evidente che siamo di fronte all’ennesima opera danniva, e per i chiusini sarà più complicato d’ora in poi, con questa nuova barriera, raggiungere il loro centro commerciale naturale.

Resta invece ancora abbozzata sulla strada una rotonda la cui efficacia è stata ormai appurata: quella della Fontina, alla confluenza di via Oslavia con via Cassia Aurelia. Forse viene lasciata in quello stato perchè anche i meno svegli capiscano che per l’inutile ci si fa in quattro mentre per realizzare cose necessarie c’è sempre tempo.