a cura di Anna Duchini

Nell’immobile panorama politico in vista delle prossime elezioni amministrative l’unica e vistosa novità, fino ad oggi, è rappresentata dalla lista civica della professoressa Rita Fiorini Vagnetti. Personaggio conosciuto nel paese sia come insegnante che come dirigente scolastico, attivista politica nella Dc insieme al marito Leo Vagnetti il quale ha più volte ricoperto l’incarico di capogruppo di opposizione in consiglio comunale. Circa un mese fa c’è stata la prima uscita pubblica in cui è stata presentata la nuova proposta politica. Per capirne meglio il senso e gli obbiettivi abbiamo rivolto alcune domande alla promotrice dell’iniziativa.

chiusi news: Quali sono le idee alla base della lista a cui sta lavorando? Ha già una idea di come si chiamerà?

Rita Fiorini: Sono convinta che la politica amministrativa da adottare per Chiusi abbia bisogno di un profondo rinnovamento, voltando pagina con una lista civica equilibrata e moderata, trasversale agli schieramenti politici con l’obbiettivo di migliorare la qualità della vita, in modo concreto e senza indugi. Già nelle mie precednti comunicazioni è stata usata la definizione di “Insieme per Chiusi. Un paese fuori dal comune”.

chiusinews: Su quali risorse civili ed umane pensa di poter contare?

Rita Fiorini: I presupposti per una buona amministrazione sono l’impegno, il senso del dovere, la disponibilità di tempo ed energie, ma anche avere visioni ampie, cercando di ascoltare tutti i cittadini, pur “avversari”, valorizzando, ove possibile, il positivo di ogni proposta. Gioco di squadra, quindi, con il coinvolgimeno delle persone che si sentono corresponsabili del progetto stesso. L’amministrazione comunale può e deve costruire un modello nuovo di paese, un modello che abbia, come punto di partenza e di indagine, il rispetto di ogni persona e che si avvalga della collaborazione di tutte le categorie sociali e imprenditoriali presenti nel territorio. Senza crescita civile è impossibile costruire qualcosa di durevole, per quanto bravi e onesti e di qualsiasi colore politico siano gli amministratori.

chiusinews: Quali sono i temi che intende sviluppare nella sua proposta? E quale scuola ci vorrebbe di conseguenza?

Rita Fiorini: Vorri intanto precisare una questione di metodo. Presupposti fondamentali della democrazia sono l’informazione ai cittadini, primi soggetti politici, la partecipazione diretta, il rispetto della legalità, della trasparenza per soluzioni condivise, con contrapposizioni non antagoniste su temi quali: il centro storico, la tutela dell’ambiente, il servizio idrico, i servizi pubblici locali ed il piano strutturale. Insomma quanto serve per una rinascita e valorizzazione del paese nel medio lungo termine. Un’attenzione particolare va rivolta ai giovani, cittadini di domani, e priorità della nuova amministrazione dovrà essere rivolta soprattutto al potenziamento degli istituti scolastici superiori che necessitano di un’apertura più mirata non solo dal punto di vista umano e sociale ma soprattutto da quello professionale. Non si può dimenticare che dalle scuole tecnico-professionali nascono i futuri professionisti, operai specializzati, tecnici, e la nostra società ha bisogno di specializzazioni di mano d’opera legati al mondo del lavoro, come richiesto da imprese, enti, puntando su corsi di approfondimento e di formazione che non sempre le scuole, da sole, sono nella posizione di garantire.

chiusinews: Ha già definito una proposta di programma?

Rita Fiorini: Il programma dettagliato verrà definito e sviluppato soprattutto in base alle proposte delle persone interessate ad impegnarsi in questa svolta, alternativa. Saranno organizzate delle commissioni divise in base alle competenze. I temi principali sono quelli citati i precedenza. Attenzione particolare verrà data al turismo che deve essere “riportato” a Chiusi offrendo proposte di pacchetti turistici di gran pregio e qualità.

chiusinews: Da qualche giorno sono note le quantità dell’edificabile nel nuovo Piano strutturale. Che giudizio si sente di dare?

Rita Fiorini: Il Piano strutturale (1.800.000 metri cubi?) deve essere ancora discusso dalla cittadinanza, perchè bisognerà prescindere da interessi personali o dai famosi “intrecci di potere”. Si dovrà tener conto, a mio avviso, in primis, della valorizzazione e ristrutturazione dell’esistente lasciato in disuso. Al fine di ricreare le condizioni oggettive per la rinascita economica all’interno del nostro territorio deve essere fermato l’esodo dei cittadini da Chiusi. Pur riconoscendo l’espansione del territorio limitrofo, non si può negare che Chiusi, alla fine, sarà stretta in una morsa tra l’Umbria  lo sbocco a Querce al Pino, con grave danno all’economia locale, ai piccoli e medi imprenditori, agli artigiani dei quali poco si parla, e a quella filiera di connessione tra Chiusi città e Chiusi scalo. Sviluppare quindi Chiusi e le zone fino ad ora praticamente abbandonate che dovranno servire a collegare i paesi vicini e non il contrario, altrimenti si rischia di perdere la propria identità e il proprio orgoglio di appartenenza.