di LucianoFiorani 

Vedremo, intanto il 7 arriva Claudio Fava. E’ questo più o meno il succo che si può ricavare dall’assemblea pubblica di Sel. Molti i temi toccati poche le decisioni prese. Di certo è stata annunciata la prima iniziativa pubblica che si terrà martedì prossimo alle 21,15 nella saletta del teatro, tema dell’incontro: L’attualità politica nazionale e la presentazione della bozza di programma per Chiusi,  sarà presente, come detto, il coordinatore nazionale Claudio Fava.

Sulla situazione politica locale il vivace dibattito ha evidenziato posizioni anche distanti tra loro. La questione centrale, com’era facile prevedere, intorno a cui ha girato gran parte della discussione ha riguardato i rapporti con il Pd. La posizione ufficiale del partito di Vendola è chiara: verificare se esistono le condizioni per un’alleanza partendo dal confronto sul programma e quindi sul nome del candidato a sindaco. E la stragrande maggioranza dell’assemblea si è detta daccordo di proseguire il percorso iniziato. Non sono però mancate le voci più critiche che hanno chiesto di provare altre strade anche alla luce degli ultimi sconcertanti avvenimenti che hanno messo il Pd nell’occhio del ciclone (comunicati smentiti, numeri del piano strutturale, Gazzettino e interrogazione comunale). Anche quelli più propensi ad una riedizione dell’alleanza però non hanno potuto fare a meno di dirsi assai scontenti non solo delle vicende che stanno travagliando il partito di maggioranza ma più in generale di un atteggiamento poco collaborativo. Non è piaciuta a nessuno la risposta che in consiglio comunale è stata data all’interrogazione presentata dal consigliere Micheletti come non piace il silenzio sui numeri del nuovo Piano strutturale, e ancor meno la nebulosità che ancora avvolge la questione delle candidature.

Insomma si è visto un partito generoso nell’aprirsi al confronto, convinto delle proprie idee e posizioni ma ancora titubante nell’azione politica quotidiana. Non è un limite da poco per una forza poltica che, come dice il suo leder nazionale, si ripromette di cambiare la politica. E, ovviamente, sono i più giovani quelli si muovono con maggiore cautela, perchè per molti di loro è la prima vera prova del fuoco. Ma, pur con tutte le attenuanti del caso, da una nuova e baldanzosa forza politica è lecito attendersi di più.