di Luciano Fiorani

Negli ultimi tre anni la Tarsu (il tributo che paghiamo al comune per la raccolta dei rifiuti) è aumentata del 60%. E non è finita, perchè la tariffa è destinata a coprire integralmte i costi del servizio. A Chiusi, attualmente, malgrado i consistenti aumenti manca un ulteriore 5% per raggiungere il pareggio.  E se veramente da febbraio parte la raccolta “porta a porta”, come annunciato da Sienambiente, si profilano nuovi consistenti aumenti. Così stando le cose, e cioè se dobbiamo pagare direttamente tutto il costo del servizio è evidente che qualche considerazione può essere fatta.

Per prima cosa c’è da capire se comportamenti virtuosi (l’aumento della raccolta differenziata) hanno un impatto sulla tariffa. La riflessione non è oziosa, perchè è evidente che se non si inverte questa tendenza non sarà facile ottenere collaborazione dai cittadini. Sappiamo tutti che più si ricicla e più si salvaguarda l’ambiente ma se al maggiore impegno per dividere la spazzatura seguiranno costi sempre più alti è facile attendersi un crollo di entusiasmo per queste pratiche ecologiche e virtuose. Da noi va a finire sempre che si parte per far spendere meno i cittadini e per migliorare il servizio; allora si privatizza,  si ottimizza, si razionalizza ma in concreto si finisce  solo con lo spendere di più. Di comprenderne le ragioni pare che interessi poco o niente.

Quando la Thatcher dette il via alle privatizzazioni incontrò il favore della gran parte degli inglesi perchè a fronte di discussioni ideologiche mise sul piatto una immediata diminuzione dei costi. Tra gli effetti collaterali ci fu però un repentino cambiamento nei comportamenti individuali e per l’acqua, ad esempio, trasformata da bene pubblico in merce, cominciò ad avere pieno diritto di cittadinanza lo spreco. Infatti si disse, come compro una birra e, invece di berla, la posso rovesciare in un prato senza destare alcuno scandalo, così ha da essere per l’acqua che pago e che devo quindi poter sciupare come meglio credo. Ora per i rifiuti si sta rischiando di andare più o meno nella stessa direzione: “pago e voglio gode”. Cioè, se tanto devo pagare bollette sempre più salate, la smetto di impazzirmi a separare la spazzatura.

Eppure esempi in controtendenza ci sono anche da queste parti, senza scomodare il solito Capannori. Montepulciano ha ricontrattato quest’anno il costo del servizio con Sienambiente, facendo valere l’alta percentuale di differenziata che in quel comune si attua, ottenendo uno sconto apprezzabile. Non potremmo fare altrettanto?