di Giorgio Cioncoloni

Paolo Scattoni ci ha fatto il resoconto sommario di un’assemblea che, in teoria, avrebbe dovuto essere importante per le sorti di Chiusi in quanto avrebbe dovuto dare gli indirizzi per la scelta del candidato a sindaco e per la preparazione del programma amministrativo. Oltretutto la sezione del Pd di Chiusi Scalo è quella più numerosa e di solito quella più determinante per le scelte politiche. Ebbene, consapevoli di una siffatta responsabilità, gli iscritti partecipano in misura “dimezzata” rispetto alla precedente convocazione. Inoltre, conoscendo per esperienza personale come vanno le cose in tali situazioni, sicuramente molti dei partecipanti erano già stati contattati individualmente e quindi condizionati dai diretti interessati o dai loro supporter, amici, conoscenti, familiari, parenti di vario ordine e grado. Il risultato è quello descritto nell’articolo. Giudizio positivo sull’amministrazione uscente e quindi candidatura ufficiale per colui che può garantire la degna continuità.

Alla faccia di ciò che pensa la pubblica opinione, che nessuno si preoccupa di sentire e che, attenzione, potrebbe anche avallare il parere degli iscritti e quindi dare maggior valore alla scelta fatta. Non si tiene più in considerazione nemmeno l’opinione di quelle centinaia di persone che si sono pronunciate con il famoso questionario. Questa, legittimamente, è l’interpretazione della democrazia rappresentativa sulla quale però sarà l’ora di fare qualche riflessione. Le mie le ho fatte più volte in questo blog, ma non hanno suscitato grande interesse, segno che non sono condivise e quindi, democraticamente, mi considero facente parte di una minoranza e come tale posso solo esprimere le mie idee senza sperare che si possano concretizzare. Però non mi si vengano a fare discorsi ipocriti sulla volontà di rinnovamento o sul valore della partecipazione o sulla fiducia che dobbiamo riporre nel partito. Qui non si tratta più nemmeno del famoso 3%, oggetto di un passato risentimento di Paolo Giglioni, ma siamo a livelli dell’1% che decide sulla pelle di tutti i cittadini di Chiusi.

Non mi sembra una grossa dimostrazione di senso di responsabilità da parte di chi ha il grave compito di tracciare il percorso che porta alle prossime elezioni. Non vorrei che la scelta fatta fosse solo la strada più facile per salvare “capra e cavoli”. Ultimamente infatti si stava assistendo ad uno spettacolo poco edificante che consisteva nel cercare di dire che quello che non era andato bene nella passata amministrazione era solo colpa del sindaco e che gli assessori, i consiglieri, i partiti avevano fatto tutto bene e quindi sarebbero stati in grado, una volta eliminato il colpevole, di rimediare agli errori e di fare bene nella prossima legislatura tutto ciò che nella passata era stato fatto male. Per questo tutti dovevano essere riconfermati per poter garantire la discontinuità nella continuità. Questa era l’interpretazione delle dichiarazioni fatte nelle poche assemblee pubbliche e in questo blog.

Una linea sinceramente debole e poco credibile. Più facile allora dire che tutto è andato bene per rendere più credibile la proposta di continuità e quindi candidare chi questa continuità può garantire, salvando così tutti i protagonisti. Craxi docet: “tutti colpevoli, nessun colpevole”. Una volta Paolo Scattoni mi disse che era entrato nel partito perché voleva portare il proprio contributo e il proprio impegno per definire una linea politica per sconfiggere Berlusconi. Io gli dissi che ne ero uscito perché mi ero accorto che le linee politiche non scaturiscono dalle discussioni fatte nelle riunioni all’interno del partito ma da quelle fatte nelle stanze riservate a pochi eletti. Da come egli descrive l’andamento dell’assemblea non mi sembra che le cose siano cambiate.

Con queste premesse non credo che le commissioni programmatiche, con cui si cerca di dare una sembianza di partecipazione a questa conduzione dittatoriale, vedranno molta partecipazione spontanea anche perché manca la commissione più importante, e non credo che verrà istituita: quella per la scelta del candidato a sindaco.