di Luciano Fiorani

Dopo Marco Ciarini, anche la signora Rita Fiorini Vagnetti si candida a guidare la prossima amministrazione comunale. Da diversi giorni circola una lettera in cui l’ex preside dichiara di volersi impegnare nella campagna elettorale di primavera, perchè sollecitata da più parti e perchè ritiene di poter mettere a disposizione del paese la sua storia e la sua esperienza. Da chi e perchè sollecitata si capisce benissimo. Naturalmente non abbiamo, in questa fase, giudizi da dare su questa nuova candidatura, perchè non è questo nè il punto nè il momento.  E ci guardiamo bene dal riprendere le acide battute che circolano sul  conto dell’ex dirigente scolastico nei vari angoli del paese. Quello che non convince in queste autocandidature più o meno stimolate è che vengono pensate in circoletti molto ristretti per cercare poi consensi e alleanze con ambienti ben definiti e perchè no, con qualche partito. E i cittadini? Semplici spettatori. E le cose che si propongono di fare? Generiche e fumose come al solito. Insomma si ripropone il classico schema: prima dateci i voti poi si vedrà.

La crisi dell’amministrazione comunale, dopo l’abbandono di Ceccobao, si trascinerà stancamente fino a primavera. In consiglio comunale c’è già un clima da ultimi giorni di scuola. Chiusi intanto continua il suo declino (secondo alcuni irreversibile) a dispetto della propaganda di regime e malgrado gli sforzi lodevoli di alcuni cittadini e di qualche associazione di buona volontà. Il tessuto sociale e civile è praticamente inesistente, distrutto da anni di “faccio tutto io”. E in questa  situazione ci tocca ancora assistere alle solite pantomime. Ma invece di continuare a lanciare nomi a casaccio, cominciare a discutere seriamente e pubblicamente delle cose da fare è davvero così difficile? In questa città c’è rimasto poco da spolpare, bisogna cominciare a ricostruire e serve l’impegno di tutti i cittadini che devono ritrovare il coraggio ed il gusto di stabilire in che posto e come vogliono vivere. C’è bisogno di progetti non di nuovi Dulcamara.