di Giorgio Cioncoloni

Secondo me la massima di Biscottini che avete citato non è più attuale. Oggi direi che, per fortuna, il 90% della gente ha imparato ad andare avanti a prescindere dalla politica. Forse questo è uno dei motivi per cui le vicende politiche non suscitano più passione sulla maggioranza dei cittadini. Tanti anni di malgoverno, sia locale, riferito in generale, e non a Chiusi, perché forse Chiusi non è stata tra le peggio governate, che nazionale, hanno creato una sorta di autodifesa per cui ci siamo abituati ad organizzarci per superare individualmente o associativamente le difficoltà che la politica non ci aiutava a superare, anzi, in qualche caso contribuiva ad aumentare.

Chiaramente l’argomento meriterebbe un esame più approfondito, ma pensate solo a come ha reagito l’Italia di fronte alle violente crisi economiche degli ultimi anni. Pensate davvero che siano state contenute grazie agli interventi del governo? Se sono state contenute è solo grazie al virtuosismo delle famiglie, che hanno stretto la cinghia e hanno continuato a risparmiare, nonostante gli appelli berlusconiani che invitavano ad aumentare i consumi per rilanciare l’economia. Ma con che cosa dovevano essere aumentati i consumi se gli stipendi di operai e impiegati e gli utili delle aziende stavano perdendo progressivamente potere di acquisto? Se le difficoltà sono state contenute è anche grazie ai lavoratori, che si sono rimboccati le maniche, pur tra mille difficoltà. Grazie anche alle migliaia di piccole e medie aziende che hanno tenuto l’economia nazionale mentre le grandi industrie e le grandi banche ottenevano milioni di contributi, che andavano a pesare ancora di più sul debito pubblico e quindi sulla società, e mentre i politici si spartivano altri milioni in tangenti e benfici vari.

Ecco allora il famoso scollamento tra società e politica dovuto a due considerazioni principali: la politica non mi ascolta più, non mi rappresenta più, pensa solo al proprio interesse e alla propria sopravvivenza, e quindi mi organizzo per sopravvivere senza aver bisogno della politica, le cui vicende non mi interessano perché posso, anzi devo, imparare a farne a meno. La logica conseguenza è che la politica ormai viene seguita dalla maggioranza della gente passivamente, come assistendo a una fiction. Tanto è vero che la politica ormai si segue solo in televisione, nei vari salotti che ogni rete mette in piedi, perché nessuna formazione politica organizza più eventi continuativi sul territorio, esclusa forse la Lega, al nord.

Questa è una delle colpe maggiori del Pds-Ds-Pd, che gli ha progressivamente tolto credibilità in una realtà, quella della sinistra, che non è abituata e non vuole perdere la propria capacità critica. Fondamentale, per recupare questo degrado, sarebbe il ruolo delle strutture locali, che sono quelle più vicine alla gente e quelle che maggiormente potrebbero e dovrebbero trovare le occasioni per coinvolgere e far svegliare i cittadini dal torpore in cui sono caduti, strutture locali che, purtroppo, non sono state fino ad oggi all’altezza della situazione. La situazione che si è venuta a creare a Chiusi ne è l’esempio più lampante. La speranza è che al più presto ci si renda conto che la politica non è un gioco ma un ruolo di responsabilità che mette in gioco le fortune o le sfortune di un’intera collettività.