di Luciano Fiorani

Sono diversi i motivi che impediscono lo svolgomento di una campagna elettorale “normale”. E la gran parte stanno dentro il Pd. L’essersi inchiodati fin dal primo momento su due nomi che rispondevano solo a logiche interne ha finito, com’era facile prevedere, col paralizzare quel poco di attività che il partito era in grado di mettere in campo.

Dalle assemblee interne sono usciti altri due nomi (Benicchi e Zazzaretta) ma sembra che invece di essere accolti come segno di vitalità e di nuove risorse siano visti come ulteriore complicazione.

Da questa situazione di stallo, è facile supporre, che il Pd ne uscirà con un deleterio compromesso che proverà a salvare capra e cavoli. Ma è questo che serve al paese? Dagli altri partiti c’è poco da aspettarsi. La loro capacità di “far politica” l’abbiamo vista in tutti questi mesi ed è vicina allo zero. Preoccupati di non disturbare il grande alleato aspettano solo che la matassa si sbrogli per accasarsi. Se nella remotissima ipotesi che la grande alleanza non dovesse andare in porto, allora ognun per sè. Che questo atteggiamento sia di nessuna utilità lo capisce anche un bambino.

Lo scenario non è solo desolante ma, per chi ha un briciolo di attaccamento a questa città, desta viva e sincera preoccupazione. Come uscirne? O i cittadini riescono ad alzare la voce proponendo anche soluzioni originali o è meglio fin da ora mettersi l’anima in pace. Perchè una cosa è ormai dovrebbe essere evidente a tutti: i partiti seguono solo la loro ferrea logica di sopravvivenza, che nulla ha a che fare con i problemi e le aspettative della gente comune.

Il mese che è appena iniziato sarà decisivo in tutti i sensi, ma se non si esce dallo stallo l’unica via d’uscita per i volenterosi rimane la lista civica.