di Romano Romanini

Condivido la necessità di condensare tutto quello che è stato manifestato in questi mesi. Provo a proporre uno schema di lavoro che è in linea con quanto proposto da Paolo Scattoni circa la possibilità di un “percorso parallelo” a quello del PD.

 L’obbiettivo non è solo quello di elaborare un programma, ma proporre uno schema di aggregazione utile, che parli anche alle forze economiche e imprenditoriali del paese.
1) Metodo: discontinuità. Chiediamo che il PD o chi per esso fornisca una informazione: quali sono i terreni a Querce al Pino interessati all’operazione (i mc. anche se non confermati li conosciamo già). La risposta è da considerare una pregiudiziale: senza questa non c’è discontinuità e quindi chi ancora spera in un “confronto” dovrà rassegnarsi.
2)Metodo: trasparenza. Avvio di una riflessione pubblica (aperta anche alle forze economiche e imprenditoriali) sulla possibilità di mettere a sistema le potenzialità legate al territorio in termini di investimenti produttivi sui seguenti settori: innovazione tecnologica, turismo, commercio e servizi. Punti forti due “vocazioni naturali” di Chiusi: Storia e ambiente (Etruschi, lago, Firenze e Roma capitali mondiali dell’arte a un ora) da una parte e centralità rispetto al sistema dei trasporti nazionali (ferrovia/autostrada) dall’altro per attrarre la conoscenza legata alle nuove tecnologie piuttostto che far viaggiare le merci.
 

In questo senso la proposta di Paolo Miccichè dei parchi tematici può costituire senz’altro un buon inizio. Di esempi al giro per l’Europa ne esistono diversi con diverse caratteristice ma un elemento comune: la messa a sistema delle risorse presenti sul territorio (economiche, imprenditoriali, sociali, naturali) secondo un’idea forte che funge da catalizzatore. In questo schema c’è posto per tutti, ognuno con un proprio ruolo: il sistema del credito, quello delle costruzioni, quello del commercio, quello dei servizi e così via. E’ solo così che, oggi, si governano i processi e si regolano anche le risorse imprenditoriali che vengono dall’esterno: benvenuti a tutti purchè nel quadro del progetto che saremo stati capaci di darci. E’ all’interno di questo percorso che possiamo ragionare se, dove e quanto costruire (Querce al Pino piuttosto che l’ex Frigomacello o la Fornace o tutti e tre, o altri ancora). Una cosa deve essere chiara e condivisa: qualunque progetto deve creare le condizioni per investimenti che portino sviluppo duraturo e non di rapina: per intenderci l’idea che in cambio di un pò di posti di lavoro si può concedere molto se non tutto è perdente (FIAT docet).