di Luciano Fiorani  

Da alcuni giorni un altro manufatto impreziosisce le aree pubbliche dello scalo.

Ci riferiamo alla ringhiera “firmata” che fa bella mostra di sè sul muretto dei giardini che costeggia via Oslavia. L’utilità pratica è pressochè nulla, infatti come barriera che dovrebbe impedire l’accesso ai giardini nelle ore notturne è semplicemente inutile. Anche uno come me è in grado di scavalcarla, figuriamoci qualche ragazzotto. Qualche malizioso sostiene che serve a risparmiare il dispiegamento dei “cannicci” durante la festa de l’Unità. In ogni caso è un pezzo di cui non si sentiva assolutamente la mancanza.

Ma a ben guardare, lì accanto, ce n’è un altro ancora. La barriera protettiva del ponte pedonale sul Montelungo (quello si, utile). Ha un altro design, che però fa pendant con la ringhiera. Insomma un altro piccolo esempio che conferma la tradizione cittadina di questi ultimi anni: per il superfluo ci si fa in quattro, il necessario può attendere.

Sul costo delle due preziose opere non ci sono ragguagli. Ma è immaginabile che non si tratti di quattro soldi, perchè (anche questa ormai è una tradizione) per cifre trascurabili neppure ci si muove.

I due “pezzi” naturalmente non sono brutti, ma con lo stato degli spazi pubblici cittadini sa tanto di aver voluto, come si dice,  mettere il fiocco al maiale.