di Luciano Fiorani

Con l’arrivo di Zlatan Ibrahimovich il Milan ha messo a segno uno straordinario colpo di calciomercato. Non solo per il valore dell’attaccante svedese, ma anche per come è stata condotta la trattative e per il prezzo strappato al Barcellona (stando a quanto riferiscono le agenzie). Ma in arrivo sembrano esserci anche  Robinho e Maxwell. Per la società rossonera la possibilità di tornare ai vertici calcistici nazionali ed europei è ora assai concreta. Dopo anni in cui Berlusconi ha lasciato vivacchiare la squadra sugli allori, facendo anche capire che avrebbe preso volentieri in considerazione la possibilità di passare la mano, di fronte a qualche seria offerta di acquisto, ora c’è un cambio di rotta. Si torna prepotentemente alla ribalta per puntare scudetto e champions. I maligni sostengono che a spingere il nuovo corso non sia tanto una ritrovata volontà di vittoria quanto il profilarsi di nuove e complicate elezioni politiche. Nel nuovo scenario creatosi dopo la rottura con Fini a Berlusconi serviva chiudere rapidamente qualche fronte aperto. E ha cominciato con quello calcistico; dopo anni di malumori, con l’acquisto dell’asso svedese-bosniaco, è tornato l’entusiasmo nella tifoseria. Ieri, a San Siro, tra la presentazione di Ibra e la larga vittria sul Lecce, si respirava l’euforica aria dei vecchi tempi. A Berlusconi capo del governo la squadra di calcio crea più problemi che consensi. Se vince si alimentano ulteriormente le voci che lo vogliono ingordo pigliatutto, se perde il popolo rossonero protesta amareggiato perchè vede che l’unico vero interesse del capo è la politica e si lamenta di una squadra abbandonata a se stessa. Ma al Berlusconi candidato, un Milan sugli scudi fa comodo eccome. Non serve solo a perpetuare l’immagine di eterno vincente ma soprattutto sgombra il campo dalle critiche amiche. E se i risultati arriveranno, come è facile prevedere, il cavaliere avrà nel suo arco una freccia in più. Insomma, il sospetto che Ibra e gli altri siano stati presi più in funzione della scadenza elettorale che per le necessità dei nuovi schemi di Allegri, secondo molti osservatori, è più che fondato. Per il centrosinistra non resta che tifare Inter o sperare che Ibrahimoch ripeta la scialba annata di Barcellona.