di Giorgio Cioncoloni

Non è giusto dire che tutte le opinioni espresse concordano perché ci sono alcune diversità che sembrano sfumature ma che sono sostanziali. Io ho scritto che non credo nelle liste civiche e che credo nel ruolo dei partiti. Ho detto però che, stante l’esperienza degli anni passati, e non per preconcetto, credo che i partiti abbiano perso il polso di quelle che sono le esigenze della società, che vogliono rappresentare, e quindi sarebbe opportuno che non si trincerassero dietro il loro ruolo esclusivo, ma che fossero disponibili a confrontarsi con i loro elettori per essere aiutati a compiere delle scelte migliori. Il confronto è sempre stata l’anima della democrazia finché qualcuno non ha cominciato ad impossessarsi delle istituzioni ed a considerarle come proprietà personali, con le conseguenze catastrofiche che oggi sono sotto gli occhi di tutti, a meno che non vogliamo ostinarci a dire, come fa il nostro presidente del consiglio, che tanta scuola ha fatto anche all’interno del centro sinistra, che tutto va bene anche quando la nazione va in sfacelo. Ma il confronto deve essere vero e non simulato, come nelle famose primarie di coalizione, che sono una presa di giro sia per gli elettori che per i partiti minori che compongono la coalizione stessa. Il candidato unico del pd viene scelto all’interno delle segrete stanze e secondo logiche che non è dato di conoscere ai poveri sudditi, i quali devono solo votarlo senza rompere tanto. Dopodiché viene detto agli alleati di presentare i propri candidati che si troveranno a gareggiare uno contro cento. Questa è la concezione massima di confronto democratico che oggi va per la maggiore.
In quanto alla rivendicazione di correttezza dell’operato svolto da parte di Andrea Micheletti, non si può che prenderne atto anche se qualche dubbio può venire. Infatti, avendo detto di essere stato presente all’interno della società del suo paese, si dovrebbe essere accorto dei malumori che l’operato dei partiti e dell’amministrazione comunale suscitava in molti ambienti, oppure si sbagliano tutti coloro, e non sono pochi, che li sottolineano? E se se ne è accorto perché non lo ha evidenziato, in sede di riunione di gruppo consiliare, mettendo in atto tutte quelle azioni, che un consigliere comunale di maggioranza ha a disposizione, per provare a risolverli, perlomeno in parte? Se lo ha fatto non se ne è avuto notizia.
Il dibattito, che io reputo molto costruttivo, che si sta svolgendo in questo blog dimostra quanta voglia ci sia di far sentire la propria voce e il fatto che questo avvenga in un blog dimostra ancora di più il fallimento della politica partecipata che ormai non mette più a disposizione dei cittadini gli spazi per il confronto. Quante occasioni di dibattito pubblico hanno creato a Chiusi i partiti negli ultimi dieci anni al di fuori delle campagne elettorali? Non ci si è sentiti in dovere nemmeno di comunicare pubblicamente, a voce, le motivazioni delle dimissioni del sindaco. Poi però non versiamo lacrime di coccodrillo se il centro destra governerà in Italia per i prossimi cento anni e se la maggioranza dei giovani non parteciperà più alla vita politica e non andrà nemmeno a votare. Chi è causa del suo male, pianga se stesso. Il fatto è che a piangere non sono i nostri dirigenti, mi riferisco naturalmente a quelli di alto livello, che in ogni caso la loro ben remunerata poltrona riescono con ogni mezzo a conservarla, ma coloro che non arrivano più alla fine del mese e che sono in notevole crescita anche a Chiusi e non solo per la cattiva amministrazione nazionale, ma anche perché si potrebbe provare a fare qualcosa a livello locale ma non la si fa.