di Paolo Scattoni

E’ titolato “Tempo perso” l’articolo di Luciano Fiorani sull’inizitiva del PD a chiusura della cosiddetta campagna di ascolto, basata essenzialmente su un questionario distribuito sin dallo corso luglio. Per me non è stato tempo perso perché ho acquisito elementi oggettivi e, allo stesso tempo, mi sono fatto alcune idee da verificare.

Partiamo dunque dai dati oggettivi. Innanzitutto la buona partecipazione (la saletta del teatro era piena) dimostra quanto sia sentita la necessità di confronto. Inoltre il fatto che si sia trattato di una presenza non prevalentemente di partito dimostra anche che si senta il bisogno di un confronto non legato a posizioni di parte. Il questionario, da me criticato sul metodo, ha comunque fatto emergere alcuni dati significativi sulla necessità di una discontinuità rispetto all’amministrazione uscente.

Sono emersi con chiarezza altri elementi oggettivi, non certo positivi, ma sicuramente utili. Il ritardo sulle procedure di formazione del programma e della procedura di scelta dei candidati è stata riconosciuta da tutti. Alcuni la addebitano a difficoltà oggettive, altri a una volontà di determinare i giochi come in passato, giustificandola con la mancanza di tempo. Clamoroso l’annuncio che le primarie non sono così certe, dopo che il segretario dell’unione comunale del PD Giglioni, le aveva date per certe proprio su Chiusinews. Si è avuto la sensazione che si faranno solo se un risultato predeterminato sarà assicurato.

Un altro elemento sicuro è che ci sono stati alcuni significativi silenzi: quello degli esponenti della ipotetica coalizione (socialisti e sinistra ecologia e libertà). E’ evidente che in un processo trasparente e partecipato certe rendite di posizione (i posti insomma) potrebbero essere messe in discussione.

Venerdi mi sono fatto poi alcune idee che necessitano di essere approfondite. Si è percepita una divisione all’interno del PD, sottotraccia, che è emersa soltanto in alcuni interventi della cosiddetta area ex Margherita, quelli di Provvedi e Benicchi. A quest’ultimo va sicuramente il merito di aver fatto emergere in pubblico le due candidature in pectore e cioè quella di Scaramelli e Ciarini. Smentite ovviamente. Tutti si sono tenuti allineati e coperti. Non ha parlato il sindaco uscente e assessore regionale Ceccobao e non ha parlato neppure Ciarini. Stefano Scaramelli si è limitato a un intervento di circostanza e nemmeno troppo chiaro.

E’ rimasto poi completamente ignorato il problema del ritorno di certi politici al lavoro che facevano prima, il problema degli incarichi para-politici (ben remunerati) a Chiusi come a Siena, che forse non sono estranei alle dinamiche in corso.

Certo il panorama non è incoraggiante, ma voglio credere che il PD riesca a fare delle elezioni un’occasione di rinnovamento. Fra le cose ancora possibili ci possono essere degli incontri tematici aperti alla popolazione, ma soprattutto aprire a candidature per le primarie che non siano soltanto di appartenenza partitica.