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L’originale Lectio Magistralis di Meluzzi
di Filippo Baglioni
Lo psicologo e psicoterapeuta Dott. Alessandro Meluzzi ha inaugurato con una “LECTIO MAGISTRALIS”, le attività di studio della Libera Università Biblico-Teologica “Pio II”, al teatro Mascagni. La serata di inaugurazione, sicuramente, per il notevole spessore culturale del relatore e probabilmente anche per la notorietà mediatica del “personaggio televisivo”,ha visto la partecipazione di un buon numero di persone.
Personalmente sono rimasto colpito,in primo luogo,dalla impostazione che il Dott. Meluzzi ha voluto dare alla conferenza. Mi aspettavo, come la maggior parte delle persone che erano in sala, di assistere ad una relazione improntata più sul sentimento, sulla sua storia personale, che anche io, erroneamente, riassumevo con il termine “convertito”. Dico erroneamente perchè è stato infatti molto chiaro, fin da subito, come il Il dott. Meluzzi volesse concentrare l’attenzione sul fatto che, per quanto possa sembrare strano ed incredibile, non stiamo parlando di un “convertito”, inteso come qualcuno che abbandona la propria vita precedente per una nuova, ma parliamo di una persona che in questo passaggio, traghetta con sé, nella nuova dimensione redenta, tutto quello che vi era prima.
Le sue presenze televisive, il transito tra viaggi e avventure nel mondo della New Age, vengono inserite e comprese, come lui stesso dice, nell’abbraccio di Dio. La certezza più grande che egli stesso percepisce è l’essersi innamorato profondamente di Gesù Cristo. La parole di Dio, ci ha rivelato, che ha attecchito nel suo cuore, solo dopo un lungo cammino e che soltanto se siamo capaci di lasciarci contaminare da qualcosa che spezza le nostre sicurezze, possiamo abbandonarci al mistero. Il dott. Meluzzi crede che non è importante come cerchiamo Dio, che non è dicibile a parole. Pensare infatti di ridurre il mistero divino è un’illusione.
Ci ha inoltre aiutato a capire quella dimensione in cui percepiamo un Dio tanto presente da poter evocare la curiosità di incontrarLo, ma mai tanto presente da poter risolvere totalmente perchè indurrebbe a non ricercarLo. Perciò, come sostiene il dott. Meluzzi, il Risorto, quando si rivela ai discepoli, sceglie di farlo in maniera da insinuare comunque il dubbio. Perchè il Risorto si rivela solo a chi già Lo aveva conosciuto in vita e non a tutti? E perchè si rivela così ambiguamente da non essere neppure riconosciuto dai suoi? Maria di Magdala Lo scambia per l’ortolano, ad esempio.
Il Risorto non si rivela tra squilli di tromba e sui pinnacoli del tempio di Gerusalemme, ma si rivela discretamente e misteriosamente evocando così, come dice il dott. Meluzzi il profondo bisogno di amarLo, ricordandoci che la vita è una fragile imperfezione, in attesa della piena rivelazione dell’essere.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 11 novembre 2010 alle 15:03, ed è archiviato come CRONACA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
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