Solo un altro blog targato WordPress…per riflettere sui fatti della città
Pubblicare o cestinare gli articoli anonimi?
Chiusinews deve essere uno strumento di tutti. Perciò quando la redazione prende una decisione come quella di venerdi sera di non pubblicare un articolo, abbastanza tranquillo ma che pone dubbi perché anonimo, si presenta qualche problema.
Quell’articolo lo pubblichiamo qui, ma in un altro contesto e con un’altra finalità: dobbiamo decidere insieme come la redazione si deve comportare con gli articoli anonimi.
PERTANTO NON CHIEDIAMO DI COMMENTARE L’ARTICOLO, QUANTO PIUTTOSTO ESPRIMERSI SULL’OPPORTUNITÀ DI PUBBLICARLO.
Riassumo. Giovedi sera un articolo con la modalità contenuta nella pagina “come si pubblica su chiusinews” è arrtivato sulla posta mia e di Luciano l’articolo firmato con lo pseudonimo Luther Blisset che riportiamo:
“Il blog in questi mesi ha rappresentato un luogo di dibattito nuovo e dato l’immobilismo dei partiti anche esclusivo, ciò non significa naturalmente che i partiti siano rimasti solo a guardare, ma la sensazione è che si siano mossi e si stiano muovendo con i metodi di sempre, dentro alle segrete stanze si discutono candidature e alleanze in barba a tutti quei cittadini che in una fase come questa avrebbero voglia di far sentire la loro opinione sui tanti temi emersi.
Immediatamente all’indomani delle dimissioni di Ceccobao molti avevano esultato per la nuova fase che poteva aprirsi, anche alcuni componenti del suo stesso partito, Ciarini in testa, avevano progettato l’avvio di “cantieri” di discussione auspicando il coinvolgimento dell’universo mondo, tutto finito con la classica bolla di sapone.
Ieri stesso si è svolto un “vertice” tra una delegazione di Sel e una del Pd, forse per stabilire i termini di un accordo?
Nessuno nega ai partiti il diritto di incontrarsi con chi e quando vogliono, ma se tutto quell’insieme di persone, e se non sono una massa oceanica sono comunque in buon numero, hanno voglia di far sentire la loro, credo, dovranno organizzarsi autonomamente al più presto per trovare le loro forme di rappresentanza.”
Ci siamo consultati, io e Luciano, decidendo di pubblicare l’articolo, dopo aver scritto all’autore. Invio pertanto all’indirizzo riportato il seguente messaggio: “Ringrazio per il contributo che verrà pubblicato. In generale la redazione preferisce articoli firmati. Dato il contenuto “innocuo” dell’articolo se vuole può comunicarci il suo nome. Il nostro timore è che un eventuale abuso dell’anonimato possa incoraggiare un dibattito non appropriato. Qualora questo dovesse succedere la redazione
sarebbe costretta a non pubblicare articoli anonimi.
La saluto cordialmente.”
Il messaggio viene però rifiutato perché l’indirizzo di posta è stato disabilitato. Questo ovviamente ci ha posto qualche problema e abbiamo deciso di non pubblicare e chiedere a tutti un parere. Le alternative possono essere:
1) Pubblicare sempre gli anonimi con le stesse modalità di quelli firmati (pertinenza con la vita di Chiusi, non violare la legge e buona educazione).
2) Escludere sempre gli articoli anonimi
3) Pubblicare gli anonimi solo se tramite e-mail è possibile contattare l’autore.
Per i commenti ovviamente è possibile fare qualche eccezione. Chiediamo quindi il vostro parere.
p.s. Se qualcuno crede che i contenuti dell’articolo siano meritevoli di dibattito lo faccia proprio e ce lo invii firmato. Lo ospiteremo volentieri.
Stampa l'articolo | Questo articolo è stato pubblicato da lucianofiorani il 20 novembre 2010 alle 13:49, ed è archiviato come CRONACA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso RSS 2.0. Sia i commenti sia i ping sono disattivati. |
I commenti sono disattivati.
circa 14 anni fa
…hai ragione. Ho fatto un paragone un pò a cacchio.
circa 14 anni fa
Già ma rimane la differenza tra forma e sostanza.
Non ho tutto questo tempo, altrimenti potrei facilmente mandare un commento “plausibile” a firma Antonio Bortolotti e relativa email bortolotti @libero.it
In quel caso il commento verrebbe pubblicato magari con tanto di soddisfazione di avere un nuovo partecipante al Blog.
Se invece lo firmassi Gianguidotto da Macciano forse ci si porrebbe il problema sulla reale identità….quindi?
E si torna al senso del mio precedente intervento; anzi si torna al “buon senso” del….
Quanto al commento di Marco, forse il Blog è in una zona grigia più apparentabile alle Lettere dei lettori che agli articoli; qui non ci sono giornalisti ma due moderatori “primi inter pares”.
circa 14 anni fa
I giornali che per uscire in edicola devono essere iscritti al Roc, al Tribunale ecc… gli articolo anonimi non li pubblicano, indipendentemente dal contenuto. Magari ne traggono spunto per servizi propri. Gli articoli pubblicati senza firma – ma dei quali l’autore sia noto – non sono da considerarsi “anonimi”. Lo pseudonimo si può usare, ma l’autore deve essere comunque noto a chi pubblica…
Troppo facile, se no…
circa 14 anni fa
credo di essere uno tra i maggiori “commentatori” su questo blog, maggiore inteso bene come quantità di interventi, e ci metto sempre il mio nome quindi credo di essere al di sopra di ogni sospetto se difendo un commentatore anonimo, e non lo faccio chiaramente perchè l’anonimato sia una qualità, lo faccio perchè sono molto più interessato ai contenuti di quell’articolo che non commento per rispetto a quanto chiesto da paolo ma che credo ponga questioni molto più interessanti rispetto al nome dell’autore, per me non sarebbe cambiato niente se in fondo a quelle righe ci fosse stato un nome “normale” che poteva comunque essere lo stesso falso. il mio lavoro e la mia quotidianità mi portano ad un approccio molto pragmatico alle questioni, francamente tutto il contorno lo trovo abbastanza noioso e questo ben inteso con tutto il rispetto per chi su questo argomento è più interessato alla forma che per me rimane forma.
circa 14 anni fa
La risposta fornita da Luca Scaramelli non mi trova d’accordo per diversi motivi. Provo ad elencarne almeno uno . I contenuti sono anche la forma, e la forma spesso è sostanza. L’interlocutore che ci si trova di fronte quando si sciorinano le nostre idee è bene che sia identificato, anche se è un Mario Rossi od un Carlo Verdi qualsiasi. In questo caso chi vuol rispondere si riferisca a Mario Rossi od a Carlo Verdi ed i lettori o gli ascoltatori identificheranno la sorgente della problematica.( sai quanti non conosciamo anche se si firmano, senz’altro è la maggioranza che non conosciamo e quindi anche se cè un Mario Rossi falso oppure vero, il problema diventa quello della conoscenza diretta o meno….)ed i lettori prenderanno le distanze, oppure approveranno, da ciò che dice Mario Rossi o Carlo Verdi.La forma in questo caso è sostanza perchè chi non dà il proprio nome quando espone delle idee non ha diritto di essere considerato un membro attendibile della collettività, poichè dietro a questo fatto uno scopo c’è sempre, e spesso non è uno scopo lecito,che si diversifica alquanto dalla ”buona fede”. Lo ripeto, è un fatto di etica e non una perdita di tempo.Sembra a me che dietro la concezione dell’inviolabilità del privato si possano dire liberamente anche degli sproloqui.Una volta il personale in molti settori era considerato politico e forse una estremizzazione questo lo era, ma forse ugual estremizzazione lo è il fatto di proferire una idea od un fatto e non voler apparire e prendersi la responsabilità. Quella può essere considerata proprio una perdita di tempo; molto diverso il fatto di firmarsi.Se non altro il fatto di firmarsi è un riconoscimento di assunzione della propria individualità che non deve essere stemperata nelle nebbie, ha un valore, ha un peso anche per gli altri che possono conoscere chi scrive , condividere o non condividere quelle idee , ma l’uomo è cittadino proprio perchè è il processo di una scala evolutiva che attraverso lotte e sacrifici può contare e pesare sulla bilancia del sociale.Il recondito motivo, che stà dietro a quello regressivo di nascondersi nell’anonimato che faccia sì che non ci debba firmare, lo capisco solo in una direzione: quello di ritenere assoluta la sacralità dell’espressione individuale della quale ci si vergogna, oppure il fatto che dietro alla nostre idee che andiamo ad esprimere si possa celare la difesa di orticelli personali. Da lì si arriva all’egoismo. Ambedue lacci alla libertà. Non sono parole mie, ma qualcuno c’è stato in passato che ha detto che il singolo è libero solo quando anche gli altri simili saranno liberi. Sbaglio? E’ integralismo? Non mi stupirei se oggi lo si giudicasse così. Infatti il mondo sta regredento , spesso anche in conseguenza di quanto ci propinano i media e per quanto vi sia il controllo interessato delle menti. Di pensare col proprio
non ci si deve vergognare. anche se possiamo spesso sbagliare, ma farsi condurre sull’abisso, spiccare il salto e poi verificare che
andremo ad infrangersi perchè tutto intorno a noi ha recitato in quel modo mi fa ricordare il vecchio detto che proferiva così:
chi pensa con quello degli altri, il proprio se lo può vendere.
Carlo Sacco
circa 14 anni fa
Decisamente d’accordo con Sorbera.
Sarei tentato dal fare un’eccezione solo per la segnalazione di un fatto importante o di una considerazione particolare.
Di eccezione però deve trattarsi, non di casi più o meno frequenti.
circa 14 anni fa
la questione è complicata anche se soprattutto in questa fase e su quell’argomento io guarderei soprattutto i contenuti e non starei a perdere troppo tempo sulla forma anche perchè scusatemi aprire un indirizzo è semplicissimo e altrettanto semplice firmarsi con un nome qualsiasi e non è anonimato anche quello???
circa 14 anni fa
Se decido di scrivere un commento o lasciare una nota è perché ho qualcosa da dire: plauso, biasimo, protesta o semplice testimonianza, direi che il principio di “rintracciabilità” sia un dovere – prima verso se stessi e poi verso gli ospiti -. Non mi sognerei di arrivare a casa di qualcuno con un cappello in testa e la mascherina di un personaggio qualunque, fosse pure una “citazione colta” come nel caso in questione.
I motivi che spingono a certi comportamenti non mi interessano: si tratta, secondo me, solo di buona creanza. Se poi non si ha fiducia nel blog come strumento o si pensa di essere perseguiti/perseguitati per quanto si dice o si scrive, si abbia la furbizia dell’apologo o della parabola: è un insegnamento morale, induce a pensare e rispetta il criterio dell’essere riconoscibili.
Molte pagine di teologia sono in realtà pagine durissime di critica politica.
Quindi, spendo il mio voto per il no alla pubblicazione degli anonimi: chi ha paura, stia a riva di fiume.
circa 14 anni fa
Quanto a certo contenuto, il filtro del moderatore vi è comunque, rispetto a insulti gratuiti, reati d’opinione palesi o evidenti falsità anche se firmate; peraltro può capitare un intervento, sempre firmato, in cui si danno informazioni errate o, nel caso di un commento, difficilmente condivisibili. Anche perché non è difficile firmarsi Marco Rossi o Guido Verdi e creare una email attiva di riferimento e quindi aggirare l’ostacolo.
Insomma ci si deve affidare solo al buon senso dei moderatori considerando che incidenti, anche gravi, si verificano spesso nei giornali, nonostante la presenza di una redazione di professionisti
Quindi sono per la numero 1 se è un commento e per la numero 3 se si tratta di una notizia.
circa 14 anni fa
Tendenzialmente mi convincono molto poco le opinioni di chi non ha il coraggio di firmarsi. Escludere però aprioristicamente gli “articoli anonimi” senza scadere nella censura è impossibile. L’unica opzione che mi pare accettabile, allora, è la numero 3; anche se mi farebbe piacere che la comunità chiusina non temesse di esporre le proprie opinioni facendole seguire da un nome e un cognome (reale, s’intende).
circa 14 anni fa
Io una cosa la volevo dire dopo aver letto le tre risposte. Mi spiegate se sia un buon motivo far conoscere le proprie idee al punto di non firmarsi ? Vorrei saperne e capirne il motivo profondo da dove scaturisca il fatto dentro le persone che non si firmano. Io non vedo altro che una questione od un problema tutto personale, diversamente non ci dovrebbe essere la riluttanza a firmarsi per esprimere le proprie idee (in maniera lecita e non offensiva ben s’intenda) Provocazione ?Insicurezza ? Forse c’è il timore che le proprie idee non vengano apprezzate ? O forse è un metodo subdolo per scagliare il sasso e nascondere la mano ? Ce ne sarebbero tanti forse i motivi oltre a questi 4 che ho elencato, ma sono tutti compresi nell’ottica che vuole che si pensi che per qualce motivo l’apparire in proprio risulti deleterio a chi scriva.La paura di apparire e di essere bollato a vita è spesso l’anticamera di un sistema che è l’esatto contrario della democrazia e di un rispetto di un sistema di valori.Lo sconfinamento dei problemi nella sponda del personale contapposta a quella che dovrebbe essere la libera espressione di una individualità di pensiero,che
vada a formare,pesare e costituire l’anima e la cultura di una società che si ritenga civile. Ma ritenete davvero normale lo scrivere ed esprimere un pensiero e non dover far seguire la vs. espressione dal vs. nome ? Tutti i tre interventi che mi hanno preceduto hanno scelto l’istanza n.3.Gabrio Iommi dice che è importante verificare la veridicità dei fatti ma occorre che si sappia che tale condizione quasi mai accade, Come può fare un blog od un giornale a verificare l’esattezza di tutte le espressioni delle problematiche che riceve dai lettori ?Ma non è solo questo ben inteso….c’è anche dell’altro.In definitiva , soprattutto per le questioni che coinvolgono la politica, le persone, le problematiche politiche e gli schieramenti, – proprio perchè su questi temi devono essere rappresentati valori, una eticità, un modo di vita ed una tendenziale coerente chiarezza delle persone”. io non pubblicherei per nessuna ragione gli articoli non firmati dei quali non si conosca personalmente l’autore o la propria mail di provenienza.Non mi intendo molto di e-mail fedifraghe, ma talvolta s’invoca un progresso ”civile” affinche gli uomini diventino anche e soprattutto cittadini.Una prerogativa fondamentale del cittadino è quella di poter esprimere le proprie idee non ricorrendo ad alcuna forma di anonimato.L’italia repubblicana è sorta dallo sfacelo di una dittatura che è costata alla gente sangue, rovine e lutti, miseria e privazioni.A quei tempi spesso si rendeva necessaria la clandestinità anche delle proprie idee.Se ci vergognasse o si ritenesse opportuno celarsi dietro pseudonimi per non apparire, vorrebbe dire che spesso l’ipocrisia avrebbe prevalso sulla dignità delle proprie idee, quali esse siano. E per favore non mi si venga a raccontare che siccome anche qualche giornalista si cela talvolta dietro pseudonimi il tutto appare ”normale” anche per gli altri.Vi sembrerebbe di vivere in uno stato democratico se per esprimere le proprie idee si ricorresse all’uso di un pseudonimo o peggio a non firmarsi ? Io non la darei ospitalità nelle righe del blog.Anche questo sarebbe oltre che una lezione di stile una regola di dignità.Non ne vedo altre superiori nell’importanza a questo.Ricordo inoltre- e faccio una considerazione tagliata con l’accetta come si dice a Chiusi- che colui che si nasconde nell’anonimato quando esprime delle idee, non ha diritto di cittadinanza alcuna nel paese del rispetto e della dignità perchè non si prende su se stesso la responsabilità di ciò che dice.L’ho fatta anche troppo lunga la minesta,ma scusate se quest’ultima considerazione vi sembra poco….
carlo sacco
circa 14 anni fa
Io sono contrario alla pubblicazione di articoli, e anche di commenti, anonimi, qualunque sia il loro contenuto, perché bene o male ogni articolo può influenzare l’opinione di chi lo legge, opinione che può essere falsata se l’articolo è anonimo e quindi privo di responsabilità da parte di chi lo scrive. E’ molto importante sapere da chi provengono le opinioni per capirne l’attendibilità. Se, per esempio, fosse inviato un abbondante numero di articoli anonimi, anche diversi l’uno dall’altro, ma tutti contrari all’operato del partito democratico a Chiusi, ci potremmo fare, contrariamente a quella che è la realtà, una cattiva opinione, salvo poi scoprire che tutti sono stati inviati da Marco Lorenzoni, nemico pubblico numero uno, e quindi ricrederci non appena fatta la scoperta, con buona pace di chi vede congiure e congiurati travestiti da direttori di giornali locali o da gestori e frequentatori di blog.
circa 14 anni fa
Per il dibattito in se è fondamentale non escudere gli articoli anonimi. La cosa più importante è semmai cercare di verificare la veridicità dei fatti. A questo proposito quindi avere la possibiltà di contattare l’autore diventa critica . Direi quindi che l’opzione 3 è la migliore. Tuttavia, non mi sentirei di escludere a priori la possibilità di pubblicare articoli di autori anonimi non reperibili tramite mail, qualora ritenuti di grande interesse.
circa 14 anni fa
Molti illustri giornalisti utilizzano degli pseudonimi e non ci vedo niente di strano e lo stesso vale per chi scrive sul blog. Eventualmente la redazione dovrebbe valutare la veridicità delle cose scritte perchè se si è riconoscibili ci si assume direttamente la responsabilità, diversamente il filtro è tutto vostro. In questo caso l’anonimo calciatore belga (pur non conoscendolo ho stima di lui perchè lo pseudonimo che ha utilizzato mi fa capire che è un appassionato del collettivo di scrittori bolognesi Wu Ming) dice una fesseria: il “vertice” come lo definisce lui/lei non era tale ma si è trattato di un incontro tra le forze che compongono la maggioranza e non solo tra Sel e PD. Erano presenti PD, Sel, Socialisti e Federazione della Sinistra. Pertanto a mio avviso ci si può chiamare come si vuole ma indipendentemente dal nome non si devono scrivere fesserie come questa che è soltanto frutto di poca conoscenza di ciò che si vuole scrivere.
circa 14 anni fa
Ho sempre considerato aventi dignità qualunque manifestazione di opinione, sia di dissenso che di plauso (anche se non ho mai spedito lettere anonime…): per questo sarei a favore della pubblicazione di tutti gli interventi, anche quelli non firmati.
La posta elettronica, però, complica un po’ il discorso: infatti, dato che è possibile inventarsi un account con nome, cognome, indirizzo fasulli, non vedo perchè non dare la possibilità alla redazione di mettersi in contatto con il misterioso Simone Simonini di turno!
Accendo perciò la tre, e confermo.
circa 14 anni fa
Sono favorevole alla soluzione numero 3.