di Luciano Fiorani

Piazza Dante, a Chiusi scalo, meglio conosciuta come piazza della stazione è diventata in questi ultimi anni una “fabbrica di san Pietro”. I lavori non finiscono mai. Pensavamo che con il “rinforzino” alla pensilona, resosi necessario perchè l’imponente struttura denunciava qualche problemino di stabilità, e con la modifica dell’aiuola per consentirne l’attraversamento fosse stata scritta finalmente la parola fine a dei lavori che si sono protratti per anni. E invece no, finiti i lavori è subito cominciata l’era delle manutenzioni. Perchè, con frequenza sbalorditiva, si aprono ”falle” in ogni punto dell’area. Prima i cordoli, poi i cubetti di porfido che non reggono il peso degli autobus e sprofondano a vista d’occhio, ora i tombini che sono finiti molti centimetri sotto il livello dell’asfalto creando delle vere e proprie buche nella carreggiata, insomma un’opera appena finita e subito da soccorrere. Lasciamo stare l’aspetto estetico e quello funzionale, su cui ci sarebbe tanto da dire, ma solo guardando il lato economico non si può dire che siamo di fronte ad un intervento ben fatto. E questo dovrebbe essere il biglietto da visita della città! Verrà il giorno che anche a Chiusi la parola sobrietà avrà diritto di cittadinanza?