di Giorgio Cioncoloni

Con la distribuzione del “Gazzettino chiusino”, fatta, a detta dell’edicolante, “da quelli del comune”, siamo finalmente giunti, anche a Chiusi, alla “macchina del fango”.

In primo luogo bisognerebbe che qualcuno, cui spetta per dovere istituzionale, chiedesse conto a “quelli del comune” se è vero, e, in caso, con quale motivazione, si sono sentiti in dovere di compiere tale distribuzione e se è vero, come sembra, che abbiano in qualche modo favorito la sponsorizzazione dell’operazione. Anch’io, come Paolo Scattoni, spero che non sia vero.

In secondo luogo è necessario fare alcune considerazioni. Ho già detto e spiegato, in altri articoli e in altri commenti, perché, secondo me, i comportamenti dei politici locali influiscono anche sulle elezioni politiche, condizionando la voglia di andare a votare o meno. Finché il 30% degli elettori continuerà a non recarsi alle urne, Berlusconi, o chi per lui, governerà indisturbato. Che cosa possiamo fare per fare andare a votare più persone possibili? Una cosa importante sarebbe dimostrare loro coerenza tra le parole e i fatti. In poche parole divenire credibili. Solo divenendo credibili possiamo mobilitare il numero di elettori sufficienti ad ottenere quella forza necessaria a cambiare governo in Italia.

Purtroppo il centro sinistra, attualmente, non è più credibile. Non lo è per i comportamenti, sia a livello nazionale che locale, tendenti a cercare alleanze e leader a prescindere dal parere degli elettori, che poi dovrebbero votarli senza battere ciglio. Molti elettori però non sono più disposti a votare al buio, non fidandosi di promesse che poi non vengono mantenute e facendo finta di non vedere comportamenti uguali a quelli della parte avversa che vengono criticati. In pochi parole non sono più disposti a votare “turandosi il naso”.

Il primo passo per dimostrare coerenza sarebbe quello di liberarsi dei molti Berlusconi e dei molti cortigiani che vivono e prosperano anche nel centro sinistra. Giornalisti asserviti al potere che vendono la loro penna e la loro dignità, ammesso che ne abbiano una, per un tozzo di pane, affaristi, sfruttatori, carrieristi, “fighetti della politica”, come li chiamò il presidente della Regione Toscana, Rossi, all’indomani della sua elezione, riferito a coloro che frequentano i palazzi del potere solo per il gusto del potere fine a se stesso, ai propri interessi e alle proprie ambizioni, salvo poi dimostrare subito la sua incoerenza nel momento della nomina dei suoi assessori.

Anche a Chiusi, quindi, il raggiungimento dell’obiettivo della credibilità è fondamentale e i dirigenti politici locali, se possiedono un minimo di senso di responsabilità, non vi possono soprassedere solo perché fino ad oggi hanno ottenuto risultati “bulgari”. La campagna diffamatoria che si sta mettendo in campo contro tutti quelli che cercano di opporsi ad un preciso disegno di potere, che nulla ha a che vedere con gli interessi del paese, va combattuta con la trasparenza.

Non solo all’interno degli organi di partito, ma di fronte all’intera collettività. Campagna diffamatoria, oltretutto, che danneggia soprattutto lo stesso assessore Scaramelli perché fa passare in secondo piano le sue eventuali qualità, che sono gli unici elementi che lo dovrebbero far indicare come possibile candidato, e lo fa apparire invece come il rappresentante di una banda di affaristi della politica. E allora mi chiedo se il dualismo Ciarini-Scaramelli, portato avanti fino ad oggi, non sia il classico gioco al “massacro”, in cui si gettano allo sbaraglio dei candidati, si fa di tutto per metterli in cattiva luce e poi, all’ultimo momento, si cala in campo il vero candidato.

A questo punto chi crede in una possibilità di cambiamento deve mettersi al lavoro per aiutare quella parte sana, perché voglio sperare che esista una parte sana, della politica ad avere la meglio e a fare piazza pulita della malerba. In questa fase in cui i partiti sono impegnati, legittimamente, a portare avanti le loro liturgie interne, io propongo la creazione di un comitato che si ponga l’obiettivo di trovare le forme più idonee per informare i cittadini su quello che sta succedendo a Chiusi anche perché pochi lo sanno. Ieri, infatti, parlando con un mio cliente, residente a Chiusi, siamo casualmente entrati nel discorso amministrativo e ho dovuto constatare, con mio notevole stupore, che costui non sapeva né che il sindaco si era dimesso e né che a primavera ci sarebbero state nuove elezioni amministrative.