di Marco Lorenzoni

Nella discussione che si è sviluppata in questi mesi, senza dubbio interessante, proficua, e anche stimolante c’è già forse l’embrione di una possibile “alternativa” da proporre agli elettori/cittadini di Chiusi. Ma non è molto diversa, questa alternativa, da quelle proposte in altre epoche e altre situazioni a Chiusi (1994) e altrove, che però non hanno vinto. Stavolta la situazione è tale che potrebbe anche vincere. Occorre però alzare il tiro e soprattutto allargare il giro. Occorre coinvolgere più persone, anche quelle che stanno sedute in casa davanti al televisore (non al Pc collegato ad internet).
Secondo me – e qualcuno mi pare cominci ad averlo chiaro (mi riferisco ai commenti di Massimo Toppi o Cioncoloni, per esempio) – occorre uscire dalla discussione vaga sui perché e percome e portare la gente a discutere di che città si vuole: cemento zero o nuove lottizzazioni? riuso del centro carni o nuovi insediamenti a Querce al Pino? Fornace, scuole superiori, eventi culturali, dormitorio, viabilità e collegameneti… E soprattutto come ricreare partecipazione, coinvolgimento e confronto.
Concordo con chi dice: “senza aspettare il Pd” o comunque l’input dei partiti. In precedenza ho già proposto qualche iniziativa pubblica come unica forma possibile di coinvolgimento della popolazione e non solo di una elite. Forse è il caso di cominciare a pensarci e a muoversi.