di Stefano Marcantonini

In una domenica come questa, dove ti viene il dubbio che il sole si sia spento per sempre, una valida alternativa alle quattro mura di casa potrebbe essere un bel film al cinema. La meraviglia della tecnologia ti permette di conoscere la programmazione del cinema più vicino a te semplicemente collegandoti al sito internet della struttura. Ebbene, guardo i titoli e mi prende male. Mi chiedo che film possano essere titoli tipo: “Maschi contro Femmine” oppure “Ti presento un amico” del solito Vanzina. Oppure l’ennesima avventura di ‘sto benedetto maghetto che quando cominciò la saga era pressappoco un bambino e che ora probabilmente è vicino alla pensione, tanti sono stati i capitoli di Harry Potter. Mica pretendo di vedere un film eschimese con sottotitoli in urdu della durata di sette ore ma, porca miseria, negli ultimi due mesi si sono svolti due festival del cinema importanti come Venezia e Roma e proprio non si potrebbe dare spazio anche a pellicole che escono da questi eventi ? Non mi demoralizzo e mi dico che se a Chiusi i titoli in cartellone sono questi magari a Sinalunga trovo qualcos’altro: macchè! Gli stessi identici titoli. Vabbè, allungo un po’ la strada e me ne vado al cinema a Perugia. In città sicuramente qualcosa trovo: stessi titoli. Impreco e poi mi chiedo: “Siamo veramente sicuri che scaricarsi film da internet sia immorale? Illegale di sicuro, ma immorale? 

Il cinema, la cosiddetta settima arte, proprio per questa sua natura deve essere assoggettata all’infima regola del mercato oppure deve essere fruibile a tutti con tutti i mezzi possibili ? Sono da sempre fortemente scettico sulla nuova veste che si è ormai data al cinema, fatta di strutture al cui interno si trova di tutto, dalle pizzerie ai ristoranti etnici, sale giochi, negozi di tutti i tipi, puzzo di fritto etc. ma a molti piace e va bene così ma per chi come me vorrebbe semplicemente guardarsi un bel film quale è l’alternativa? Da molto tempo mi vagheggia per la testa la creazione a Chiusi di un’ associazione, di un circolo o qualcosa di simile che permetta agli amanti del cinema di ritrovarsi per vedere qualche pellicola “diversa”, anche affrontando delle retrospettive, pagando regolarmente i diritti SIAE ma gli impegni di lavoro e non solo mi frenano. Però è veramente triste vedere come ormai le logiche di mercato abbiano preso il sopravvento su tutto e tutti mettendo in seria discussione anche le più banali regole democratiche. Vorrebbero farci credere che nella nostra democrazia non più zoppa ma ormai amputata siamo tutti liberi di scegliere. Io credo che siamo tutti liberi di scegliere quello che ci viene dato e non quello che vorremmo e mi sembra anche che siamo tutti quanti anestetizzati e perciò non c’è più nemmeno la forza di controbattere. Il cinema in questo sistema è soltanto una delle vittime ma il cimitero che è stato causato è in forte espansione e mi sa che sempre più terreno ruberà al sano vivere democratico.