di Enzo Sorbera

Un cugino, che mi sa attento alle questioni del cielo, mi segnala questa perla rilasciata a Radio Maria dal Prof. Roberto De Mattei a proposito del disastro nucleare giapponese:

“Le grandi catastrofi sono una voce paterna della bontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la terra non avesse pericoli, dolori, catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e dimenticheremmo troppo facilmente che noi siamo cittadini del cielo. In secondo luogo, le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni”.

Ma che diavolo di dio è questo? Chissà che avranno fatto quegli scintoisti birichini! Viene in mente la famosa scena di Troisi, con Lello Arena senza un braccio che gli diceva “vedi questo? Lo vedi? Questo è un dono di Dio!” e Troisi che guardava il cielo “grazie, nun c’è bisogno, comm’ si avessi accettato”.
A proposito, De Mattei è il vicepresidente del CNR. Ci pensate? Il massimo organismo scientifico italiano! In pratica, ha un concetto “particolare” di quanto attiene alle questioni di prevenzione e protocolli relativi. Meno male che non abbiamo centrali: chissà quanti corni rossi appesi al reattore!