di Maurizio Patrizi

Il Comune di Chiusi, su proposta della Regione Toscana ha acquisito al patrimonio comunale il “Frigomacello”. Contestualmente alla cessione, a titolo gratuito, sia dell’area che delle infrastrutture, la Regione ha elargito anche 500.000 euro. Relativamente a tale questione si é espresso il Consiglio Comunale approvando un “Piano di massima” dal quale emerge che l’area, previa bonifica, verrà suddivisa in quattro lotti, all’interno dei quali potranno essere realizzati 14 capannoni, di cui, quattro saranno destinati ad attività produttive, e gli altri a non meglio precisate attività industriali. Questo il fatto.

Quello che lascia perplessi, é che relativamente ad una questione di tale importanza, la cittadinanza non é stata interessata in alcun modo, nonostante che “Sinistra Ecologia e Libertà”, fin dal mese di ottobre dell’anno passato, avesse diffuso un comunicato con il quale, oltre a portare a conoscenza della popolazione la questione, chiedeva che sullla stessa si aprisse un pubblico dibattito dal quale emergesse la volontà della cittadinaza circa la destinazione dell’area ed auspicava che vi potessero vedere la luce attività innovative che non entrassero in competizione sia con quelle già esistenti sul nostro territorio che in quello di comuni vicini. Di tutto questo ad oggi non si é sentita una sola parola sia da parte delle forze poliche che economiche, e si che la questione, fosse solo dal punto di vista urbanistico, non é di poco conto; infatti a fronte degli attuali 70.000 metri cubi edificati, vi é la possibilità di arrivare fino a 95.000 metri cubi: quindi l’impatto non sarà di poco conto. Per quanto riguarda poi l’apetto economico, dal piano di massima emerge che per le demolizioni é prevista una spesa di 1.000.000 di euro, per le opere di ubanizzazione 3.000.000 di euro, per la ristrutturazione del macello contumaciale 500.000 euro. Non vi è, invece, alcun cenno circa il depuratore.

Tutto ciò premesso, un confronto con la popolazione è da ritenersi per lo meno doveroso, altrimenti ci troveremo di nuovo di fronte a capannoni vuoti o, nella migliore delle ipotesi, che alla fine saranno trasformati in grandi magazzini.