di Paolo Miccichè 

Domenica autunnale a Chiusi Scalo. Un cittadino decide di santificarla tagliando in pezzi, con due motoseghe a miscela, una montagna di legna da ardere proveniente da un bosco e depositata nel cortile condominiale. La legge comunale non prevede limitazioni per la Domenica e per i Vigili è tutto regolare.

La “mattanza” comincia dalla mattina, con ripresa pomeridiana alle 14; ed è la seconda domenica di fila.

Un cittadino esasperato dal rumore e dalle esalazioni che gli entrano in casa decide di combattere questa aggressione con l’arma della musica contrappuntando la ripresa pomeridiana delle motoseghe, puntandovi contro come un esorcista, la musica de “La Traviata”.

Il principio che lo guida è “se due motoseghe la domenica dopo pranzo non sono un rumore molesto, non lo sarà sicuramente la musica di Verdi”.

Anzi, aggiungerei io, ne scaturisce una neo-polifonia per “opera lirica e taglio di tronco”, atta a mitigare l’amara medicina da ingoiare nel giorno – come è noto a tutti – tradizionalmente dedicato al taglio della legna nel centro delle città: la Domenica.

Niente da fare, intervengono le Forze dell’ordine….beh certo, con una simile violenza di decibel….no, no, forse non è chiaro….non intervengono per le motoseghe ma chiamate per far censurare Verdi, la cui musica sì, sta dando fastidio!

Questo racconto merita una riflessione e assurge alla dignità di esperimento scientifico sulla resistenza sviluppatasi negli anni a Chiusi rispetto al rumore e ai decibel, la cui tossicità è ormai ampiamente documentata ed è causa di patologie anche gravi.

Che dire quindi della sfilata degli “elefanti” pulitori che la mattina alle sei sveglia lo Scalo, facendo tremare i vetri delle case per quasi un’ora (unico esempio conosciuto di lavaggio della strada quotidiano; e poi: quanto costa?); dei camion della spazzatura al cui rumore naturale si aggiungono le grida di accompagnamento, fondamentali però per dare alla prova di resistenza i crismi della scientificità.

Che dire ancora delle frequenti esibizioni di piazza con audio assordante che per ore invadono i cervelli di musica, spesso male eseguita e le orecchie di nefasta pressione da decibel oppure, d’estate, della “festa del motorino smarmittante” che allieta la Piazzetta Garibaldi e i suoi frequentatori.

E’ in questo quadro altamente scientifico che, come ciliegina, arriva la nostra storia di oggi, il “salto mortale con oplà” di questo esperimento: vengano pure le motoseghe a tutto volume ma, per piacere, togliete la musica di Verdi!

Conclusione, “con sospiro”: O tempora, o mores!