di Paolo Scattoni

La serie di articoli di Anna Duchini intitolati “L’assalto alle colline 1,2,3″ denuncia i devastanti effetti sul paesaggio delle ultime lottizzazioni in corso di completamento. Gli effetti sono incontestabili, come ci si sia arrivati è altro discorso. Purtroppo in urbanistica gli effetti di scelte sbagliate si determinano a molti anni di distanza ed oggi si assiste agli (si spera) ultimi colpi di coda di un assurdo Piano Regolatore approvato nel lontano 1974. Il piano disastroso è stato accompagnato nel tempo da una disastrosa gestione. Perché, si badi bene, tutte le scelte di piano che si scopre essere sbagliate, possono essere in qualunque momento corrette attraverso la redazione di un nuovo piano o con specifiche varianti.

Gli insulti al paesaggio di oggi sono gli stessi che dall’approvazione del piano in poi hanno determinato gli scempi paesaggistici che tutti conosciamo e ai quali purtroppo ci siamo rassegnati. Nell’ultimo mezzo secolo a Chiusi in pochi hanno, attraverso l’attività edilizia, accumulato una notevole ricchezza, mentre tutti noi abbiamo perso qualcosa: la percezione di un paesaggio di alto livello. Quella percezione è stata sottratta anche ai turisti che sono pertanto arrivati in numero inferiore di quanto sarebbe stato possibile con danno alle attività economiche legate al turismo.

Dal gennaio 1995 (legge regionale 5) i comuni toscani con un piano regolatore più vecchio di 10 anni avrebbero dovuto provvedere in tempi brevi a dotarsi di un Piano Strutturale che insieme a un conseguente Regolamento Urbanistico avrebbe formato il nuovo Piano Regolatore. Quale migliore occasione per procedere alla correzione di quello che ancora era correggibile?

Del piano strutturale però non c’è traccia. Per ora il piano è ancora agli inizi. Il comune di Chiusi è ormai fra i pochi comuni che non si sono ancora dotati di Piano Strutturale. Fra questi è quello che ha il PRG più vecchio. Insomma siamo buon ultimi.

Il ritardo è dovuto a difficoltà tecniche? Da escludere. Il vero problema è che non si vogliono rimettere in discussione delle scelte del piano del 1974. Pacta sunt servanda dicevano i latini. E qui i vecchi patti si vogliono garantire sino all’ultimo metro quadrato, magari con qualche graziosa aggiunta che la Regione ha consentito con la variante del 2004.

Il sindaco protagonista degli ultimi sette anni di questa disastrosa gestione è stato premiato con un assessorato regionale. C’è da essere preoccupati.