di Luciano Fiorani

Sono oltre mezzo migliaio, ad ora, i contatti registrati, in pochi giorni, sugli ultimi tre articoli che trattano del Quadro conoscitivo per il nuovo Piano Strutturale. Da quando Paolo Scattoni ha scovato, è proprio il caso di dirlo, il sito e il modo più semplice per consultare il ponderoso documento, sembra si sia scatenato l’interesse di tante persone. Quello che lascia però molti esterrefatti è che ad oggi nessun politico abbia avuto nulla da dire. Non si era pronunciato nessuno allorchè “uscirono” i numeri (1.800.000 mc, equivalenti a circa trenta “operazioni” fornace) del nuovo Piano Strutturale. E nessuno si è fatto vivo ora che in tanti conoscono la ricognizione che i tecnici hanno fatto in preparazione del Piano e che i 250.000 nuovi metri cubi a Querce al Pino (pari, grosso modo, a dieci campi sportivi) sono venuti alla luce. Solo Simone Agostinelli, della segreteria comunale del Pd, ha accennato all’argomento per dire che si, ci sono, ma è come se non ci fossero, perchè al momento di decidere potrebbero essere cancellati o (per assurdo) addirittura aumentati. Niente di decisivo insomma.

Benissimo. Restiamo nel campo delle ingenue ipotesi. Vi pare ragionevole e accettabile che NESSUN politico o amministratore comunale abbia da dire alcunchè su questi “ipotetici” numeri e su questi argomenti? E’ o non è un comportamento offensivo verso tutta la città? Un silenzio di questo tipo, ci hanno sempre detto, è naturale solo nelle terre di mafia dove regna la paura. Anche se è difficile immaginare un silenzio più assoluto a Corleone o a Casal di Principe, rimane il fatto che qui, siamo nella civilissima Toscana e nella provincia più rossa d’Italia. Com’è possibile un fatto del genere? Come spiegarlo? Qualche idea in proposito me la sono fatta e non da oggi. La più verificata riguarda l’informazione e la trasparenza sulle decisioni urbanistiche.

 Tutti i partiti sono (a parole) per la partecipazione, per la trasparenza, c’è chi addirittura parla di casa di vetro e per quanto riguarda i suoli sono naturalmente tutti schierati in difesa del nostro pregiato paesaggio, si dicono da sempre favorevoli solo ad uno sviluppo sostenibile (per chi e che cosa non s’è mai capito) e, tranne qualche scriteriato o affarista di pochi scrupoli, tutti raccomandano di usare con parsimonia un bene collettivo da trasmettere alle generazioni future. Ma le decisioni, quelle vere, si guardano bene dal condividerle con la popolazione. Per quelle esistono i sancta sanctorum, le sedi istituzionali o addirittura i pubblici dibattiti non sono luoghi appropriati per parlare di certe cose. All’ex sindaco ed ex assessore all’urbanistica chiesi pubblicamente a chi doveva essere attrubuita la scelta di costruire palazzi nel vecchio campo sportivo, e come spiegava l’assenza di costruttori e proprieteri terrieri ad un’assemblea convocata proprio per parlare di quelle questioni. La risposta fu un sardonico sorrisetto.

Ora, alla prova dei fatti quel modo di fare non sembra più una prerogativa esclusiva del signor Ceccobao, ma un tratto comune a tutti i politici di Chiusi. Sia a quelli che militano nei partiti, sia a quelli che siedono in Consiglio comunale che a quelli che vorrebbero entrarci. A quelli di maggioranza come a quelli di opposizione. E allora per quanto mi riguarda, ho bello e deciso, il mio voto non solo non andrà a nessuno di questi ma neppure alla lista che ne comprenda qualcuno. In modo che certe porcherie che si profilano, che richiamano alla mente il celeberrimo film di Rosi, se non potranno essere stoppate, sia chiaro che verranno fatte non in mio nome. Perchè è vero che ragionare di piani regolatori, lottizzazioni e progetti richiede una qualche conoscenza tecnica, ma qui abbiamo capito che in un prossimo futuro rischiamo di svegliarci e dover riconoscere, per dirla con un’espressione calcistica in voga qualche anno fa: si sono comprati anche i pali delle porte!
Ma a quel punto sarà troppo tardi.