di Giorgio Cioncoloni

Non credo sia giusto e nemmeno utile estremizzare sempre le posizioni per dimostrare che da una parte è tutto sbagliato e dall’altra è tutto giusto. Non è giusto, e l’ho espresso anche in altri commenti, valutare l’operato della passata amministrazione dalla pensilina o dal campo sportivo o dalla simpatia o antipatia nei confronti dell’ex sindaco.

Come non è giusto dire che chi valuta la pensilina bella e utile non vuol vedere o si adagia sull’informazione di regime. Lasciamo vivere almeno la libertà di giudizio visto che quella di parola comincia a essere a rischio, sia dove governa il centro destra che dove governa il centro sinistra.

Per sviluppare un confronto costruttivo sul futuro programma amministrativo, e quindi sui candidati a realizzarlo, sarebbe importante riuscire a valutare obiettivamente quello che è stato fatto e di conseguenza quello che dovrà essere continuato e quello che non dovrà essere ripetuto, al di là dei giudizi estetici personali. Per esempio un’attività, tra le tante, e forse non tra le più importanti, ma ripeto serve solo come esempio, che io reputo positiva è quella relativa alla gestione delle manifestazioni teatrali, sia estive che invernali. Anche Prima Pagina, qualche volta, ne ha dato un giudizio positivo.

Questa è un’attività che si presta sicuramente a giudizi soggettivi, se valutata sulla base dei singoli spettacoli, e quindi sulla base del gusto teatrale personale. Addirittura a chi non piace il teatro, e a chi ne non ne sa valutare il valore culturale, può dire, come si sente, che sono soldi spesi male e che potevano essere utilizzati in maniera migliore.

Però quello che più deve contare è il valore complessivo e cioè il fatto che comunque l’amministrazione ha mostrato sensibilità e ha dato priorità all’attività culturale. Non si può criticare il governo Berlusconi perché taglia i fondi per la cultura e poi criticare l’amministrazione Ceccobao perché investe nella cultura. Non è dimostrazione di coerenza. Così come non lo sarebbe difendere Santoro, Floris, Fazio e Saviano e non Marco Lorenzoni. Quindi, salvo che ognuno è libero di pensarla come vuole, io penso che la misura nei giudizi sia la base di un confronto costruttivo